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Basilea, 17 maggio 2025 – L’Eurovision Song Contest 2025 è giunto al termine (manca poco). Tra poco luci spente, palco smontato, delegazioni in partenza. Ma la domanda resta: cosa resterà davvero di questa edizione dell’Eurovision?
La risposta, almeno in parte, è semplice: lo spettacolo. E su questo, davvero, non ci sono dubbi. L’Eurovision resta, ancora una volta, uno show televisivo senza rivali. Quello che si vede in TV è costruito in tempo reale da una macchina produttiva perfetta: tecnici di altissimo livello, un’organizzazione svizzera in tutti i sensi, una regia che fa scuola. Sotto il profilo dello show, l’evento non ha eguali al mondo.
E qui arrivano i dolori. Musicalmente parlando, l’edizione 2025 ha lasciato ben poco da ricordare. Si salvano in pochi, pochissimi. Tra questi possiamo citare Gabry Ponte, che ha portato all’Eurovision una traccia dalle sonorità coinvolgenti e moderne, e Tommy Cash, che almeno ha osato qualcosa di armonicamente interessante. Il resto? Un’accozzaglia di suoni già sentiti, esperimenti poco riusciti e una sensazione generale di déjà-vu.
Un altro interrogativo legittimo è: ma chi sono questi artisti? Al netto di qualche nome noto nel proprio paese, siamo di fronte a un festival dove i “famosi” sembrano spariti. Non basta avere qualche follower o un passaggio radio locale per definirsi star. Se un tempo l’Eurovision vantava voci che dominavano le classifiche europee, oggi sembra quasi una vetrina per perfetti sconosciuti.
Un esempio lampante è quello del Regno Unito: le Remember Monday, tre ragazze con il brano “What The Hell Just Happened?”. Un titolo che sembra quasi un commento involontario all’intera serata. Il Regno Unito, patria di artisti internazionali, porta in gara un gruppo che fatica a imporsi anche nei talent britannici. Per fortuna loro, i veri big restano a casa.
Lo show, senza dubbio. Una macchina impeccabile, uno spettacolo imponente, un evento che merita di essere visto. Ma musicalmente? Pochi brani sopravviveranno oltre la notte della finale. E questo è un peccato, soprattutto per un festival che dovrebbe mettere al centro proprio le canzoni.
Alla fine, resta la sensazione che l’Eurovision sia sempre più una sfilata di effetti speciali e sempre meno una gara musicale memorabile. E forse, nel tempo dei social e del consumo rapido, va bene così. Ma per chi cerca la musica, quella che resta, bisogna ancora aspettare.
Chi vincerà l’Eurovision 2025? Difficile dirlo, ma una cosa è certa: non sarà una canzone da ricordare. Non crediamo che “Lucio” possa compiere il miracolo. E lo diciamo con cognizione di causa: non ce l’hanno fatta né Mahmood né Gabbani, che almeno avevano brani cantabili, ritornelli forti e un pubblico che li seguiva davvero (io ero lì, lo ricordo bene).
Con tutto il rispetto per il nostro rappresentante, speriamo almeno in una dignitosa top ten. Per il resto, il vincitore sarà uno dei tanti miracolati dell’Eurovision, che per una sera conquista la scena e poi scompare nei meandri di Spotify dopo due settimane. Ma in fondo, anche questo fa parte del gioco.
Scritto da: Enzo Sangrigoli
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