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Italiani affaticati: il 54% è stanco e senza motivazione

today15 Novembre 2025 6

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Secondo il nuovo report PwC Global Workforce Hopes and Fears 2025, i lavoratori italiani stanchi e demotivati sono ormai la maggioranza.
Oltre la metà degli intervistati, il 54%, dichiara di sentirsi affaticato, mentre quasi un terzo prova sensazioni di frustrazione, noia o addirittura sopraffazione.

L’Italia, anche in questa edizione, si conferma tra i Paesi europei con il livello più basso di entusiasmo e partecipazione nel mondo del lavoro.

Giovani neoassunti già esausti: due su tre sono frustrati

Il dato più preoccupante riguarda i più giovani:

  • 2 neoassunti su 3 si sentono già stanchi,

  • 1 su 3 prova rabbia o noia,
    nonostante siano appena entrati nel mondo del lavoro.

La motivazione settimanale è ai minimi: solo il 46% dei lavoratori italiani stanchi e demotivati si sente stimolato almeno una volta a settimana. Una percentuale ben inferiore rispetto al 64% globale e al 61% europeo.

Problemi economici e fiducia ai minimi

Il report evidenzia anche un quadro finanziario delicato.
Il 14% degli italiani vive difficoltà economiche significative, tanto da faticare a pagare bollette e spese essenziali.

A questo si aggiunge una fiducia sempre più fragile nei confronti delle aziende:

  • solo il 46% si fida dei dirigenti,

  • solo il 43% considera la propria carriera realmente significativa.

Il morale basso si inserisce in un contesto di incertezza, dove l’ottimismo sul futuro del proprio ruolo professionale si ferma al 44%, sotto la media dell’Unione Europea.

Competenze a rischio: molti temono di essere superati

La paura di perdere rilevanza nel proprio settore colpisce una larga fetta dei lavoratori italiani stanchi e demotivati.
Il 27% teme che almeno metà delle proprie competenze diventerà irrilevante entro tre anni. Tra i neoassunti la percentuale sale al 37%, segno di una generazione che percepisce il lavoro come instabile e in continua trasformazione.

Intelligenza Artificiale: tra preoccupazione e nuove opportunità

L’avanzata dell’Intelligenza Artificiale rappresenta un ulteriore nodo cruciale.
Il 44% dei lavoratori prevede un impatto significativo dell’AI nei prossimi anni e questo alimenta ansia e incertezza.

Ma tra chi utilizza già strumenti basati sull’AI lo scenario cambia radicalmente:

  • 57% osserva un aumento della produttività,

  • 58% nota maggiore creatività,

  • 64% riconosce un miglioramento della qualità del lavoro.

Un dato che suggerisce come la tecnologia possa essere una risorsa, a patto di investire seriamente nella formazione.

Il lavoro non motiva più

L’indagine di PwC mostra un’Italia del lavoro complessa e fragile: lavoratori italiani stanchi e demotivati, giovani già in burnout, fiducia nelle aziende ai minimi e forte paura di essere superati dall’evoluzione tecnologica.
Allo stesso tempo, l’Intelligenza Artificiale potrebbe rappresentare un’opportunità per migliorare produttività e benessere sul posto di lavoro, se accompagnata da formazione, supporto e politiche aziendali più attente al capitale umano.

Scritto da: Fina Leocata

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