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15 Novembre 2017 Dino Distefano: genio informatico biancavillese

Dino Distefano: genio informatico biancavillese

L’Informatico siciliano e Facebook

Ancora un altro talento nostrano salito alla ribalta: stiamo parlando di Dino Distefano, nato a Biancavilla, in provincia di Catania e genio informatico sempre più in ascesa.

Matematico, logico e informatico, quarto figlio di un professore di francese con il pallino per la pittura, Dino Distefano, classe ’73, si appassiona alla  matematica e all’informatica sin dai primissimi anni della sua vita. Alle scuole medie comincia ad emergere il suo talento per i calcoli: a tredici anni inventa un database, un archivio per catalogare i libri di casa sua. Si iscrive poi all’Istituto di Ragioneria, con specializzazione in informatica. Dopo le superiori, decide di spostarsi dalla Sicilia per frequentare la facoltà di Informatica all’Università di Pisa. Un percorso di studi eccelente: risiedendo come intermezzo un anno in Olanda grazie all’Erasmus, Dino è riuscito a  laurearsi in 4 anni e mezzo. La sua tesi di laurea verte sulla semantica dei linguaggi di programmazione, ovvero le fondamenta stesse dei programmi e dei software che utilizziamo quotidianamente.

Distefano tenta poi la strada con la ricerca universitaria. Al concorso per un posto di dottorato a Pisa, Dino viene escluso. Tenta allora la carta dell’estero: invia il proprio curriculum all’Università di Twente (Paesi Bassi) e all’Università di Stoccolma (Svezia) e viene selezionato da entrambe, ma la scelta dell’informatico catanese ricade sull’istituto accademico orange. Qui, nel corso del suo dottorato di ricerca, rafforza le sue basi concettuali sul funzionamento degli algoritmi e lo sviluppo dei software, arrivando a realizzare dei modelli per la creazione di programmi in grado di spulciare il linguaggio sorgente di altri software e individuare eventuali bug ed errori.

L’occasione della sua vita arriva poco dopo: nel novembre 2003 si presenta nello studio del professor Peter O’Hearn, docente dell’University College of London e tra i maggiori esperti di sviluppo software in ambito universitario. Dopo un confronto serrato, Dino Distefano ottiene il posto da ricercatore postdoc e nel marzo 2004 inizia la sua nuova avventura.

A Londra Dino Distefano incontra Cristiano Calcagno, altro informatico italiano emigrato all’estero. Il sodalizio funziona: i due portano avanti progetti del ricercatore catanese riguardanti programmi e software di controllo di altri software. Articoli e paper accademici su alcune delle più importanti riviste internazionali si susseguono a ritmo forsennato, facendo sì che molte aziende inizino a interessarsi alla loro idea. Distefano e Calcagno decidono di dare vita alla startup Monoidics e registrare il marchio Infer, nome che contraddistingue il loro programma. Il successo è immediato: a Infer si interessano alcuni dei marchi più noti del mondo dell’industria, ma non solo. Nel 2013 Mark Zuckerberg bussa alla porta di Monoidics e acquista la startup e il suo Infer per testare e controllare nuove programmi e servizi Facebook prima che siano rilasciati ufficialmente. Con il suo lavoro e il suo software,Distefano ha permesso a giganti dell’industria aeronautica e automobilistica come Airbus, Toyota e Mitsubishi di realizzare programmi e software di controllo con un minor numero di falle e bug. Insomma, se le auto che guidiamo ogni giorno e gli aerei che decollano da tutti gli aeroporti del mondo sono più sicuri, è anche merito suo. Un lavoro che gli è valso diversi riconoscimenti e premi internazionali oltre che attenzioni dei big del mondo dell’informatica e dell’hi-tech. Ha inventato il software dei software, il “vaccino” che impedisce ai sistemi informatici di paralizzarsi.

In Inghilterra lo Stato gli affida pure una borsa per un progetto personale e due ricercatori. Da lì in poi un successo dopo l’altro: ottiene a 39 anni la cattedra di professore ordinario d’Informatica alla Queen Mary University.

Nel 2013 lo scienziato catanese riceve il Roger Needham Award, da molti considerato alla stregua del Premio Nobel per l’informatica: si tratta, di un premio assegnato all’informatico che si è maggiormente distinto entro 10 anni dall’ottenimento del Dottorato di ricerca. Nel 2014, invece, viene premiato con la Silver Medal dalla Royal Academy of Engineering, un riconoscimento dato a ricercatori per il loro contributo scientifico commercializzato con successo.

Una parabola in continua salita per questo genio siciliano che ci auguriamo voglia ritornare nella nostra isola, magari per formare tanti altri giovani talenti.

13 Novembre 2017 Luca Parmitano dà il nome ad un asteroide

Luca Parmitano dà il nome ad un asteroide

Classe 1976, nato a Paternò, in provincia di Catania, Luca Parmitano è fra gli astronauti più conosciuti ed apprezzati al mondo. Per la sua attività, il suo nome è stato dato a quello di un asteroide scoperto nel 1993.

Luca Parmitano: la biografia

Nella città etnea, Luca consegue la maturità scientifica presso il Liceo “Galileo Galilei” nel 1995.  A 19 anni entra a far parte  dell’Aeronautica Militare e contestualmente frequenta il corso di Scienze Politiche presso l’Università Federico II di Napoli, laureandosi nel 1999. Parmitano, poco dopo, decide di andare a vivere per ben quattro anni in California, grazie ad una borsa di studio con Intercultura. 

La carriera

L’astronauta catanese ha come obiettivo, quello di operare bene e di fare qualcosa di grandioso: e in effetti c’è riuscito.
Il duro addestramento è avvenuto alla base U.S Air Force in Texas. Qui Parmitano è divenuto pilota a tutti gli effetti.  Nel 2002 diventa Capo Sezione Addestramento e Comandante della 76ª Squadriglia volo. Il 2007 lo vede assegnato al Reparto Sperimentale di Volo e selezionato dall’Aeronautica Militare per diventare pilota collaudatore sperimentatore. L’anno successivo, Parmitano consegue un Master in Ingegneria del Volo Sperimentale presso l’Istituto Superiore dell’Aeronautica e dello Spazio di Tolosa in Francia. Diventa ten. col. pilota sperimentatore dell’Aeronautica militare.

Da pilota ad astronauta il passo è stato breve: nel 2009 è stato scelto, in qualità di riserva, per una missione nello spazio per lESA. Nel maggio 2009 viene incluso nell’equipaggio di riserva e infine selezionato come ingegnere di volo per le missioni Expedition 36 ed Expedition 37. Il 28 maggio 2013 è partito con la Sojuz TMA-09M dal Kazakistan, in direzione della Stazione Spaziale Internazionale.

La passeggiata nello spazio

Proprio lì ha compiuto il suo primo viaggio nello spazio insieme ai compagni Fëdor Nikolaevič Jurčichin e Karen L. NybergParmitano è l’unico astronauta italiano ad aver passeggiato per 6 ore nello spazio il il 9 luglio 2013. Durante una seconda passeggiata, avvenuta il 16 luglio, Parmitano ha avuto un incidente: si è accorto di avere dell’acqua all’interno del casco della tuta che gli causava difficoltà di visione e di respirazione. Ha rischiato di morire, ma con grande calma e oculatezza è riuscito a rientrare nella Stazione, portando a termine con successo la sua missione.

Le onorificenze

Parmitano è stato il primo italiano a compiere un’attività “extraveicolare” passeggiando all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Come pilota sperimentatore collaudatore dell’Aeronautica Militare, è stato insignito della medaglia d’argento al Valore Aeronautico, assieme ad altre onorificenze.

L’asteroide 37627 Lucaparmitano

Di pochi giorni fa la notizia che l’ asteroide TD 37627, scoperto nel 1993 dall’astronomo Vincenzo Silvano Casulli, porterà il nome di 37627 Lucaparmitano. Un omaggio dell’astronomo stesso all’ingegnere e astronauta catanese del Corpo degli Astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea. 

L’iniziativa è stata riconosciuta dall’Unione Astronomica Internazionale (Iau) attraverso il suo Centro PianetiMinori. L’Agenzia Spaziale Europea, ha dedicato all’asteroide 37627 Lucaparmitano un posto di primo piano sul suo sito, per celebrare l’originale ‘battesimo’.

Purtoppo, l’asteroide 37627 Lucaparmitano, non è visibile a occhio nudo. Stanno per essere messi a punto determinati strumenti specifici per permetterne la visione nei prossimi anni. Il corpo celeste ha un diametro di circa 5 chilometri e impiega 3,9 anni per compiere un’orbita intorno al Sole.

Un grande riconoscimento quello tributato all’astronauta cataneseeccellenza siciliana, che ha legato il suo nome a quello del piccolo asteroide, pronto a ripartire per una nuova missione nello Spazio nel 2019.