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13 Giugno 2021 Ecco il Dpcm sul green pass: come funziona in dieci domande e risposte

Si delineano le regole per il green pass italiano. Il Dpcm, che sarà firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi nelle prossime ore – il premier è in Cornovaglia per il G7, oggi avrà un bilaterale con il presidente Usa Biden – e che ha ottenuto il via libera con alcune osservazioni da parte del Garante della privacy, è previsto dal decreto sulle riaperture. Il provvedimento è stato elaborato da tre ministeri: Salute, Innovazione ed Economia . Ecco come funziona il green pass in dieci domande e risposte, stando alle indicazioni previste dal decreto Riaperture e dalla bozza del Dpcm (si veda anche Il Sole 24 Ore del 12 giugno).

Che cosa è il green pass?

Il certificato verde, comunemente chiamato “green pass”, attesta lo stato di avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, lo stato di avvenuta guarigione dall’infezione o il fatto di aver effettuato un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus.

A che cosa serve?

Serve per viaggiare nell’Unione Europea (alcuni paesi chiedono la seconda dose del vaccino), per raggiungere zone arancioni o rosse (da lunedì 14 giugno Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e provincia autonoma di Trento saranno promosse nella fascia bianca con minori restrizioni) e per partecipare a cerimonie o alle Rsa.

Chi lo rilascia?

La piattaforma nazionale Digital Green Certificate (acronimo DGC) emette e valida il certificato verde.

Quando viene prodotto?

Il certificato verde viene prodotto in tre casi: quando viene somministrato il vaccino, quando viene effettuato il test antigenico rapido o molecolare con esito negativo, nel caso in cui un medico attesta che la persona è guarita dal Covid-19.

Quante persone allo stato attuale sarebbero interessate?

Possono richiedere il green pass le persone che hanno ricevuto una dose di vaccino e quelli che sono guariti dal Covid. Stando alle indicazioni fornire da Lab24, le prime sono oltre 27 milioni (il 45,5% della popolazione), le seconde sono circa due milioni. Per la prima categoria ha una validità di nove mesi (a partire da 15 giorni dopo la prima dose); per la seconda sei mesi dalla guarigione. Il green pass si può ottenere dopo un tampone negativo (72 ore di finestra) e un test antigenico (48 ore).

Quali dati riporta?

Il certificato verde, nelle tre forme (avvenuta vaccinazione, avvenuta guarigione o test negativo) riporta cognome e nome della persona a cui fa riferimento, data di nascita, malattia o «agente bersaglio» (Covid-19), struttura che ha rilasciato la certificazione (ministero della Salute), identificativo univoco della certificaziione verde (si tratta del codice alfanumerico univoco attribuito automaticamente dalla piattaforma). Dopodiché i dati si differenziano a secondo delle singole forme. Il Green pass di avvenuta vaccinazione, ad esempio, riporta il tipo di vaccino somministrato, la denominazione del vaccino, il produttore o titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, il numero della dose effettuata e il numero totale di dosi previste per l’intestatario della certificazione verde, la data dell’ultima somministrazione effettuata e lo stato membro Ue in cui è stata effettuata la vaccinazione. Il green pass di avvenuta guarigione riporta invece la data del primo test molecolare positivo, lo stato membro Ue che lo ha effettuato, la data di inizio e quella di fine della validità della certificazione verde. Infine, la terza forma riporta la tipologia di test, il nome (facoltativo per il test molecolare), il produttore (anche in questo caso facoltativo per il test molecolare), data e ora del prelievo del campione per il test, data e ora del risultato del test (informazione facoltativa per test antigenico rapido), il risultato del test, il centro o struttura in cui è stato eseguito, e lo Stato membro Ue in cui è stato eseguito.

Quando viene revocato?

La bozza del Dpcm spiega che qualora una struttura pubblica del Servizio sanitario regionale, un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) o Sasn (Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile) dovesse comunicare alla piattaforma nazionale la positività al Covid-19 di una persona vaccinata o guarita dal virus, la piattaforma genererebbe una revoca del Green pass eventualmente già rilasciato alla persona e ancora in corso di validità, «inserendo gli identificativi univoci nella lista delle certificazioni revocate e comunicandoli al gateway europeo». Sempre in tale ipotesi la piattaforma invierebbe all’interessato una notifica della revoca.

Con quali strumenti è consultabile?

Il Green pass può essere consultato dalla persona interessata dal sito dedicato, sia accedendo con identità digitale sia con «autenticazione a più fattori»; tramite fascicolo sanitario elettronico, App Immuni, App IO, Sistema Ts (per il tramite dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, dei farmacisti e degli altri medici delle aziende sanitarie, Usmaf, Sasn autorizzati alla funzione del Sistema tessera sanitaria).

Dove si possono ottenere chiarimenti?

Nella bozza del Dpcm si legge che «viene messo a disposizione un apposito sito web. comprensivo di sezione dedicata alle faq, per fornire informazioni su emissione, acquisizione, utilizzo, validità e verifica delle certificazioni verdi Covid, agli interessati e agli operatori coinvolti». Non solo: vengono messi a disposizione il numero di pubblica utilità del ministero della Salute (1500), il call center di Immuni (800.91.24.921) e l’assistenza di PagoPa per le segnalazioni che arrivano dall’app IO. (Fonte Il Sole 24 Ore)

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