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11 Aprile 2020 Google e Apple insieme tracciano il Coronavirus

Google e Apple insieme tracciano il Coronavirus

Google e Apple collaborano per un progetto di tracciamento del contagio del Coronavirus che può aiutare i governi. Lo annunciano insieme i due colossi.

A maggio renderanno disponibili strumenti per gli sviluppatori che stanno progettando le app per le istituzioni mondiali e che consentiranno il dialogo e “‘interoperabilità tra i dispositivi Android e iOS”.

E “nei prossimi mesi” sarà disponibile una piattaforma di “contact tracing” basata sul Bluetooth dando “massima importanza a privacy, trasparenza e consenso” degli utenti finali.

16 Ottobre 2017 Dating online: mente l’81% degli iscritti.

Dating online: mente l’81% degli iscritti.

Quanto si mente sulle app di dating? La ricercatrice Catalina Toma dell’Università del Wisconsin l’ha accertato in modo scientifico: ha reclutato 80 iscritti a siti di dating (Match, Yahoo, American singles e Webdate) e ha misurato dal vivo le loro caratteristiche fisiche, confrontandole con le informazioni inserite nei loro profili.

RISULTATO: l’81% bluffava su almeno uno dei fattori (altezza, peso o età). Si mente sugli aspetti più difficili da smascherare dal vivo: meno sull’età (non si può negare di ignorarla) e molto sul peso (scarto del 5,6% rispetto alla realtà).

PESO: era sbagliato in 2/3 dei profili. Lo scarto medio rispetto alla realtà era di 2,5 kg: mentono di più le donne (circa 4 kg in media) che gli uomini (massimo un kg in meno).

ETÀ: in media ci sono 5 mesi di scarto rispetto alla realtà (da 3 anni più giovani a 9 anni più vecchi rispetto a quanto dichiarato). Non ci sono differenze fra uomini e donne.

ALTEZZA: lo scarto medio rispetto alla realtà è di 0,8 cm (da 7,6 cm più alto a 4,44 più basso); mentono più gli uomini, che tendono ad “alzarsi” in media di 1 cm.

FOTO: gran parte non erano recenti. Le foto delle donne erano vecchie in media di un anno e mezzo (quelle degli uomini risalivano a 6 mesi prima).

8 Ottobre 2017 Preservativi a domicilio: arriva SexAPPeal, l’app che tutti stavamo aspettando

Preservativi a domicilio: arriva SexAPPeal, l’app che tutti stavamo aspettando

Preservativi: L’idea è di uno studente di Pavia; L’app, disponibile da gennaio, ha già avuto ottimi riscontri.

Le idee geniali sembrano venire sempre per caso. Così è successo ad Alberto Clemenzi, studente di medicina e ora anche imprenditore. Lui è il creatore di SexAPPeal, la prima app in Italia che consegna preservativi a domicilio.

Il padre del progetto ha affermato: “L’idea mi è venuta durante una cena con amici. Ordinando una pizza a domicilio abbiamo pensato, scherzando, che sarebbe stato utile offrire un altro servizio di quel tipo…”. Successivamente, frequentando una lezione di virologia, il ragazzo è stato colto da un’illuminazione vera e propria, ”durante quella lezione sono stati forniti a noi studenti numeri importanti sulle malattie sessualmente trasmissibili. E dal momento che la forma di prevenzione più efficace è rappresentata dal preservativo, sono tornato a pensare a quell’idea iniziale, lavorandoci”.

Il servizio di pronta consegna copre ogni esigenza del cliente, offrendo un’ampia gamma di prodotti che variano per forme, colori e dimensioni. L’acquirente può decidere che oggetto farsi recapitare a casa, il tutto rapidamente e in forma anonima: non compare né il nome del destinatario né tantomeno ci sono riferimenti al contenuto del pacco.

Il neo imprenditore spiega anche come funziona il suo sistema: “Quando un cliente fa un ordine, ai dipendenti appare una notifica e il primo che accetta l’ordine effettua la consegna. Il tutto in 20 minuti. All’interno dell’app i clienti possono scegliere una delle varie fasce orarie”.

A fare da supporto, non solo morale, ad Alberto ci ha pensato sua madre: “È lei la persona che ho coinvolto dal punto di vista economico e finanziario, colei che mi ha permesso di fondare la Srl su cui SexAPPeal si appoggia”.

Per ora l’app funziona solo a Pavia, ma nei progetti della famiglia Clemenzi si punta prima ad espandersi al Nord, poi in tutto il Paese. Attualmente il target di riferimento sono i giovani e gli studenti, e Pavia è un ateneo con ben 20 mila studenti universitari, di cui l’80% fuori sede. Questi, sommati agli altri abitanti della città giovani o in età fertile, arrivano ad un bacino totale di circa 50 mila persone. Per il futuro Alberto pensa di espandere la sua idea ad altre città di provincia dove vi sono università e molti studenti, come ad esempio Torino e Padova.

Per ora l’app sembra andare a gonfie vele: “In una giornata tipo facciamo circa 30-40 consegne, poi è chiaro che ci sono giornate sì e giornate no. Nei momenti in cui il sistema informatico risulta pieno e tutti i fattorini sono impegnati, molti clienti chiamano il numero telefonico per fare l’ordine. E spesso mi è capitato di effettuare qualche consegna personalmente, pur di non perdere il cliente”.