site loader
site loader
9 Novembre 2023 Come “smascherare” un bugiardo seriale

Come “smascherare” un bugiardo seriale

Il bugiardo seriale non potrà più nascondersi. Il linguaggio del corpo è l’arma segreta per smascherare coloro afflitti da “Mitomania”. Approfondiamo questa scoperta.

Come scopriamo il “bugiardo” di turno?

Quando interagiamo con gli altri, il linguaggio del corpo può darci indicazioni su possibili bugie. È importante osservare segnali come lo sguardo e i gesti non verbali, ma anche considerare il contesto per evitare conclusioni affrettate.

Sguardo fisso negli occhi

Un bugiardo spesso cerca di stabilire un forte contatto visivo per cercare segnali di reazione nell’interlocutore. Mentre chi dice la verità non ha problemi a mantenere uno sguardo rilassato e naturale, una persona che mente potrebbe evitare di interlocutore o essere eccessivamente rigida. Stereotipi, vero? Tuttavia, queste sono solo delle indicazioni generali e possono variare da persona a persona.

Costruzione del racconto

Chi mente tende ad esagerare con i dettagli per rendere la sua storia più credibile. Questo può causare confusione e contraddizioni. Quindi, se pensi che qualcuno stia mentendo, fai attenzione a come costruisce il proprio racconto. Un bugiardo potrebbe prendere tempo per pensare a quello che dirà successivamente.

Linguaggio non verbale

La gestualità e i movimenti del corpo possono trasmettere molti indizi sull’emozione e sulla veridicità delle parole di una persona. Osserva se l’interlocutore gioca nervosamente con un oggetto, esagera con le espressioni facciali o si tocca il naso o la bocca. In particolare, le braccia incrociate dimostrano chiusura, e quindi disagio, nei confronti dell’altro.  Questi possono essere segnali di disagio o di tentativi di nascondere la verità.

Adattamento alla persona

Ogni individuo potrebbe mostrare segnali diversi quando mente. Alcune persone possono diventare più silenziose, mentre altre possono cercare di distogliere l’attenzione con storie elaborate. Presta attenzione a come una persona si comporta normalmente e cerca anomalie nel suo comportamento mentre racconta qualcosa che potrebbe essere una bugia.

Ricorda che questi sono solo indizi e non prove definitive di una bugia. La comunicazione umana è complessa e ciò che sembra un segno di menzogna potrebbe avere un’altra spiegazione plausibile.

24 Novembre 2017 Basta mezzo secondo per capire una bugia

Basta mezzo secondo per capire una bugia

Secondo una ricerca, al nostro cervello basta solo mezzo secondo per riconoscere una bugia.
Secondo una curiosa ricerca condotta recentemente in Italia, al nostro cervello basterebbero solamente 330 millisecondi per riconoscere una bugia.
La vera e propria macchina della verità, quindi, è la nostra testa, che riesce perfettamente a capire se le persone che ci parlano stanno mentendo. La ricerca è stata effettuata grazie all’aiuto di 30 studenti, i quali hanno osservato fotografie che ritraevano persone mentre interpretavano molteplici stati d’animo.

Grazie alla tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione, i ricercatori hanno monitorato quindi l’attività del cervello notando come bastino appena 330 millisecondi perché venga attivata la corteccia orbito-frontale ventromediale.

Questa zona serve per confrontare l’esperienza presente con i momenti vissuti in passato. La differenza tra l’esperienza vissuta e quello che ci si aspetta in base ai ricordi, viene interpretato dal nostro cervello come una possibile bugia. E’ così che riusciamo a capire se qualcuno ci mente!

10 Ottobre 2017 I cani sanno dire le bugie, lo dice una ricerca.

I cani sanno dire le bugie, lo dice una ricerca.

Alcuni proprietari lo sospettavano da tempo, ma adesso è arrivata la conferma da parte di una ricerca scientifica, che ha dimostrato che anche i cani sono in grado di assumere un comportamento ingannevole.
Nello studio è stato verificato se in una situazione di scelta i cani fossero in grado di indurre in errore un concorrente umano. Durante l’allenamento, i cani avevano a che fare con il loro proprietario, cooperativo, e con due sconosciuti: uno che agiva cooperativamente, dando cibo all’animale, e l’altro competitivamente, mantenendo il cibo per se stessi.

 I cani tendevano a guidare il concorrente umano lontano dal cibo quando pensavano che quell’uomo lo avrebbe tenuto per se. Invece portavano felicemente il loro compagno cooperativo a destinazione, sapendo che avrebbero ricevuto parte del cibo. Durante la prova, il cane poteva condurre uno di questi partner in una delle tre posizioni dove poteva esserci cibo: una conteneva il prodotto alimentare preferito, una seconda un prodotto alimentare non preferito ed una terza era invece vuota.

Dopo aver guidato uno degli sconosciuti, il cane poteva guidare il suo proprietario cooperativo in una delle postazioni. Pertanto, il cane avrebbe un vantaggio diretto ad ingannare il partner competitivo in quanto avrebbe poi un’altra possibilità di ricevere il cibo preferito dal proprietario. E’ esattamente ciò che gli animali hanno fatto, mostrando così che i cani distinguono tra il comportamento cooperativo o competitivo, adattando il loro comportamento usando anche l’inganno.