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9 Novembre 2023 Una studentessa diventa milionaria per errore e spende senza limiti

Una studentessa diventa milionaria per errore e spende senza limiti

Una studentessa di nome “Sibongile Mani” ha ricevuto 10mila volte in più del suo ordinario sussidio mensile, ma non ha denunciato l’errore.

Sibongile Mani, una giovane studentessa di un ateneo in Sud Africa, si è trovata coinvolta in una vicenda davvero straordinaria. Per un errore del programma di aiuto governativo, invece di ricevere il solito sussidio mensile di 85 sterline per la mensa universitaria, le sono state erroneamente accreditate sul suo conto ben 850mila sterline, corrispondenti a circa un milione di euro.

Tanti Soldi, ma tanti, tanti da spendere ogni giorno

Invece di segnalare l’errore alle autorità competenti, Sibongile ha deciso di approfittare di questa improvvisa fortuna. Abbandonando il suo guardaroba tradizionale, ha iniziato a vestire abiti di alta moda e ha acquistato gli ultimi modelli di iPhone per sé e i suoi amici. Ha trascorso molte serate in locali esclusivi, dove si è lasciata andare a feste sfarzose, comprando bottiglie di whisky da 100 sterline. Si stima che abbia speso circa 700 sterline al giorno, pari a circa mille euro.

Questa vita di lusso, purtroppo, non è passata inosservata. Sibongile è stata scoperta quando ha lasciato una ricevuta in un supermercato, rivelando così le sue scorribande di shopping esagerato. Complessivamente, la ragazza ha speso 50mila sterline, una somma davvero notevole.

Per la Studentessa, niente carcere. Doppiamente fortunata!

La sua avventura si è conclusa con una condanna a cinque anni di carcere nel 2022. Tuttavia, il suo avvocato ha presentato un ricorso sostenendo che Sibongile non rappresentasse una minaccia per la società e che non avesse intenzionalmente truffato nessuno.

Alla sorpresa di molti, il tribunale ha accolto il ricorso e ha concesso a Sibongile la libertà, con la condizione che non commetta nuovi reati come furti o frodi. Inoltre, le è stato ordinato di scontare 14 settimane di servizio alla comunità e di seguire un percorso di consulenza per riflettere sulle sue azioni.

Sorprendentemente, non le è stata richiesta la restituzione dei soldi che ha sperperato durante la sua breve vita da milionaria. Una decisione che ha suscitato diverse reazioni e interrogativi sulla giustizia del sistema.

28 Novembre 2017 Trascorre 3 anni su una palma di 20 metri

Trascorre 3 anni su una palma di 20 metri

La strana storia di un uomo che ha trascorso gli ultimi 3 anni in cima ad una palma di 20 metri.

In tre anni ha toccato terra una sola volta. E’ questa la particolare storia di Gilbert Sanchez, un uomo di 47 anni delle Filippine che nel 2014 era salito in cima ad una palma di cocco di 20 metri.

Gilbert era salito in seguito ad una lite, in cui era stato colpito in testa con una pistola. Era così spaventato di essere ucciso che l’albero più alto gli era sembrata la soluzione più efficace per sopravvivere. Per tre anni ha mangiato e bevuto solo ciò che la madre gli portava quotidianamente, usando una corda improvvisata per poterlo afferrare.

Più volte Winifreda Sanchez, la madre, ha provato a convincerlo a scendere dall’albero, almeno per fare un bagno. L’uomo, però, ha sempre rifiutato. Così la donna ha continuato a fare ciò che poteva, portandogli ogni giorno cibo, vestiti e sigarette.

Tutti a La Paz conoscevano la situazione di Gilbert Sanchez, nessuno però ha fatto nulla finchè un articolo su di lui è diventato virale sui social. La copertura mediatica ha così convinto le autorità locali a portare giù l’uomo contro la sua volontà. L’operazione è stata ben più difficile del previsto e alla fine l’unica soluzione è stata quella di tagliare la palma con una motosega stando bene attenti a non ferirlo.

Nei video che circolano sui social si vede il corpo di Gilbert pieno di vesciche e morsi d’insetti. L’uomo soffre anche di atrofia muscolare e la sua colonna vertebrale è deformata dopo tanto tempo trascorso accovacciato sull’albero di cocco. Ma è la sua mente che di gran lunga soffre di più.

18 Novembre 2017 Funzionano i contraccettivi ormonali maschili

Funzionano i contraccettivi ormonali maschili

L’efficacia è praticamente la stessa di quelli femminili, anche se rimangono alcuni importanti effetti collaterali. Sono ora allo studio nuovi dosaggi e metodi di somministrazione.

 Una combinazione di ormoni iniettata nel corpo maschile si è rivelata un contraccettivo efficace quanto la pillola femminile, prevenendo le gravidanze nel 96% dei casi. È quanto emerge da un’ampia ricerca internazionale che lascia intravedere un futuro in cui le responsabilità della contraccezione siano equamente distribuite all’interno delle coppie, ma che evidenzia anche alcuni importanti effetti collaterali.Lo studio ha coinvolto 350 uomini che hanno ricevuto iniezioni di progesterone e testosterone: il primo agisce sull’ipofisi o ghiandola pituitaria per annullare la produzione di spermatozoi e di fatto “spegnere” il sistema riproduttivo maschile. Il testosterone serve a compensare il calo di ormoni maschili indotto dal progesterone e a mantenere il paziente in salute.

 PROMETTENTE. Il sistema ha stupito per la sua efficacia. Dopo un periodo iniziale in cui gli uomini, tutti in relazioni stabili, hanno adottato le iniezioni e altri metodi contraccettivi, si è passati alla verifica vera e propria, con soltanto una puntura al bimestre come unico modo per prevenire gravidanze.Solo 4 concepimenti sono avvenuti su 274 coppie che sono riuscite ad assumere gli ormoni in modo stabile: una riuscita pari a quella della pillola e maggiore di quella che ha il preservativo nella vita di tutti i giorni, pari all’82% (il condom rimane però l’unico metodo sicuro per evitare malattie sessualmente trasmissibili).

 SINTOMI INDESIDERATI. Tuttavia, il trattamento ha causato alcuni effetti collaterali definiti inaccettabili, come depressione, acne e aumento della libido: conseguenze che hanno spinto 20 uomini ad abbandonare lo studio prima del tempo, e a non coinvolgere altri partecipanti dal 2011 in poi. In tutto sono state registrate 1.491 situazioni di questo tipo, incluso un suicidio e un episodio di forte tachicardia a fine trattamento. Ma il 39% di questi incidenti si è rivelato “slegato” dalle iniezioni.I PROSSIMI PASSI. Secondo gli autori dello studio, parte degli effetti sgraditi si potrebbe eliminare cambiando il dosaggio ormonale o le modalità di somministrazione del mix (si sta ora pensando a un gel da spalmare ogni giorno sul petto). Quanto all’efficacia, questo rimane comunque il maggiore risultato nello studio dei contraccettivi maschili reversibili degli ultimi 40 anni.

9 Novembre 2017 Jovanotti: a Mezzonotte in punto è in onda con “Oh, vita”!

Jovanotti: a Mezzonotte in punto è in onda con “Oh, vita”!

oh,vita!Oh, vita!, a tre anni dall’uscita di “Sabato” (16 dicembre 2014), escono il 10 novembre prossimo per Universal Music il nuovo singolo e il nuovo video di Jovanotti. 
 “Oh, vita!”, che dà il nome al nuovo album, anticipa quattordici brani inediti prodotti da Rick Rubin in uscita il 1 dicembre prossimo.
 E’ un pezzo vero, che sorprende perché essenziale, nudo e crudo, autentico e immediato come tutto il nuovo lavoro che sarà caratterizzato dalla mancanza di “decorazioni” e dall’intensità che arriva dritta al cuore delle persone. E’ un Jovanotti nuovo che non è mai stato così Lorenzo.
 Conferma la sua vocazione a voler sempre cercare nuove strade e non accomodarsi mai su certezze consolidate dai precedenti successi importanti: sei platino per Backup, sei singoli multiplatino tratti da Lorenzo 2015 CC, cinque volte platino e album Fimi più venduto nel 2015.
 Cresce infatti più che mai la forza di un artista che, più di ogni altro, ha saputo rinnovarsi nel panorama musicale italiano rimanendo sempre vicino al suo pubblico che si è rinnovato insieme a lui; un caso unico, una carriera  travolgente di cui Lorenzo da sempre è il primo a sorprendersi tanto è naturale il suo continuo desiderio di crescita, tanto è costante l’impegno che mette nella realizzazione dei suoi progetti e che lo rende davvero unico.
 “Oh, vita!” parla con semplicità e ritmo della vita, quella di Lorenzo, attraverso la sua passione più grande: quella per la musica.
 Ricco di continue citazioni che appartengono alla storia personale e musicale di Lorenzo, il testo è una sequenza incessante di immagini e celebra lo stare al mondo, con estrema semplicità di linguaggio e la capacità di inventare rime che si fissano nella memoria.
“non sono qui per il gusto o per la ricompensa, ma per tuffarmi da uno scoglio dentro all’esistenza”.
 “Ho pensato subito che Oh, vita! sarebbe stato il primo singolo di questo album. – ha dichiarato Lorenzo – Non ho mai dato a nessuna delle altre canzoni la possibilità di essere il brano che anticipasse l’album e quando ci siamo trovati in studio con Rubin abbiamo condiviso lo stesso pensiero: Oh, vita! sarebbe stato il brano di apertura dell’album, anche perché è il punto di incontro perfetto mio con questo grande produttore che è stato così importante nella mia vita prima ancora di potere pensare un giorno di farci un disco intero.” 
 Il video girato da YouNuts, scoperti da Lorenzo e oggi affermati registi di clip musicali, sono alla loro quarta produzione per Jovanotti (Sabato, Pieno di vita, E non hai visto ancora niente) e mostrano un carattere completamente nuovo.
 “Con YouNuts veniamo da ambienti simili, perfino famiglie simili, e anche se ci sono vent’anni di distanza tra di noi, è stato l’hip hop il nostro grande amore. Per questo ho proposto un video semplice, vero, dove anche loro potessero esprimersi completamente e che rappresentasse senza trucchi la mia storia, che è anche la loro e quella di un sacco di altra gente”.
 Oh, vita! infatti, è interamente girato in bianco e nero ed è uno street video nei luoghi veri dove è nato e cresciuto Lorenzo, e lo riporta nella sua casa di Roma (oggi tornata di nuovo proprietà dello Stato Vaticano) e nelle vie del suo quartiere dove ha incontrato la musica e dove ha deciso, proprio per l’ascolto dei Beastie Boys prodotti da Rubin, di fare di quella grande passione per la musica, il centro della sua vita.
 “Volevo che questa canzone fosse raccontata da un video che mi connettesse con qualcosa di mio che fosse un mio fatto personale, un “mio filmino”. Per questo ho pensato alla mia vita,  alle mie origini. E per questo ho scelto Roma dove ho vissuto per i miei primi 20 anni.
Adesso in quella casa non ho più nessuno, è vuota e pronta per una nuova famiglia, e ho chiesto al portiere del palazzo, che conosco da sempre, se mi faceva entrare a filmare la mia finestra, questa che è stato il mio panorama tutti i giorni per 20 anni. Nel video non c’è nostalgia, ma c’è molto amore e gratitudine per una storia, un luogo e le persone che mi legano a quel posto. 
Abbiamo girato proprio nel mio quartiere e volevo che si sentisse la verità profonda di questa canzone perché in tutto questo nuovo lavoro e forse per la prima volta completamente senza nient’altro, sono Lorenzo. Non “faccio” Lorenzo, lo sono per davvero. Dopo aver compiuto 50 anni mi sono accorto che il nome “Jovanotti”,  che avevo scelto quando ne avevo 19, ora è perfetto e così sono tornato nei luoghi dove me lo sono inventato.” 
  Via di Porta Cavalleggeri 107, il benzinaio di fronte sotto la Cupola di San Pietro, la scuola, l’edicola, il mercato, il parco giochi, i souvenir, sono le immagini del mondo che hanno pervaso Lorenzo di quell’entusiasmo e di quella determinazione che oggi lo hanno reso l’artista più interessante della scena musicale italiana.
 Nel video c’è una dedica a un grande amico di Lorenzo che solo alcuni coglieranno. David “Primo”, il grande rapper romano dei Corveleno, scomparso lo scorso anno: una leggenda dell’hip hop italiano che da bambino andava sotto casa ad aspettare Lorenzo di ritorno dai suoi giri per avere un autografo. E che poi è diventato suo grande amico.
7 Novembre 2017 Tanto sesso, tutta salute

Tanto sesso, tutta salute

Il sesso aiuta a vivere meglio e di più, perchè influisce positivamente non solo sulla mente, ma anche sul corpo, migliorando la salute e prevenendo alcune malattie.

Il sesso aiuta a vivere meglio e di più, perchè influisce positivamente non solo sulla mente, ma anche sul corpo, migliorando la salute e prevenendo alcune malattie.

Che in coppia si vive meglio e di più, mentre in solitudine ci si ammala più facilmente, è una credenza popolare che presto, potrebbe essere dimostrata anche scientificamente. E non perché chi ha una vita affettiva appagante soffre meno di depressione e vive più serenamente, ma perché un’attività sessuale regolare farebbe bene al nostro corpo, prevenendo alcune malattie, almeno quanto un’alimentazione corretta e un costante esercizio fisico. Ma come questo avvenga e in che modo l’atto sessuale riesca a influire positivamente sulla salute è una questione aperta e l’ipotesi è ancora tutta da dimostrare.

L’amore fa buon sangue. Ronald Glaser, direttore dell’istituto di medicina comportamentale dell’università dell’Ohio ha analizzato la composizione biochimica dell’eccitazione amorosa: durante questa fase il nostro corpo comincia a rilasciare una certa quantità di ossitocina, detta anche “ormone dell’amore” perché responsabile della creazione di legami emotivi forti tra gli individui. L’ossitocina, conosciuta soprattutto come regolatore delle contrazioni dell’utero nel parto, durante un orgasmo sarebbe presente nel sangue in una quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali. E come riportato dalla rivista Time, è proprio in questo momento che sprigiona tutti suoi effetti benefici: regola la temperatura corporea, controlla il cuore e la pressione sanguigna, facilita la coagulazione del sangue e alza le difese immunitarie.

Sani con il sesso. Questa nuova ricerca non è però l’unica, bensì l’ultima di una lunga serie che hanno dimostrato come fare sesso ha ricadute sulla salute. Per esempio durante il rapporto sessuale vengono bruciate in media 200 calorie e si hanno sul cuore gli stessi benefici di 30 minuti di corsa.

Non fa male, anzi. Il sesso, inoltre, aumenta la capacità di sopportare il dolore: durante un orgasmo il cervello delle donne lancia l’impulso per far rilasciare nel corpo endorfine e corticosteroidi, capaci di intervenire sui centri nervosi con un effetto calmante. E questo può aumentare la sopportazione del dolore anche del 110% come verificato in un curioso esperimento. Ma non finisce qui il sesso regolare (una o due volte la settimana) aumenterebbe anche le difese immunitarie ed è ancora allo studio la possibilità che prevenga alcune forme di tumore (alla prostata per gli uomini e al seno per le donne), probabilmente per la proficua combinazione dell’ossitocina con altri ormoni, come gli estrogeni e il testosterone.

3 Novembre 2017 Pazzi per i gatti non illudetevi ecco perchè è lui che ha scelto noi

Pazzi per i gatti non illudetevi ecco perchè è lui che ha scelto noi

Teneri e batuffolosi strappano promesse d’amore eterno al primo ”ron ron”. Acciambellati sul divano, ci snobbano sonnecchiando e noi sorridiamo: che calore trovarlo qui. Poi sornioni ci attendono sullo scaffale più alto della libreria, pronti a tenderci un agguato da cardiopalma. E noi a scegliere per loro pappe e croccantini da gourmet, rispettando rigorosamente gusti e tabelle di marcia. Quanto sono adorabili i gatti. Quanto li amiamo e quanto loro amano noi! Ma siamo proprio sicuri sia così? Se lo è chiesto Abigail Tucker, firma della prestigiosa rivista Smithsonian, da sempre ”coinquilina” di amabili felini domestici e ora autrice del best seller del New York Times ”Il re della casa”, in Italia in libreria per Newton Compton (pag. 320 – 10,00 euro). Un libro dopo il quale nessuno, gattofilo o meno, potrà più guardare un micio allo stesso modo.

Dati storici, scientifici ed empirici alla mano, la Tucker ricostruisce la millenaria storia d’amore degli uomini verso i gatti, che dagli Assiri all’antico Egitto risale su nei secoli della storia. ”Nella marcia verso la Britannia – racconta l’autrice – i gatti domestici batterono sul tempo persino la conquista Romana”. E viaggiando sui velieri inglesi (proprio loro che odiano l’acqua) spesso conquistarono colonie (non solo feline) prima di sua Maestà. Fino ad arrivare ai nostri giorni in un percorso, fa notare la Tucker, pieno di contraddizioni.

Perché, è innegabile, il gatto è un animale tutt’altro che utile: non aiuta l’uomo nei lavori, spesso non tiene compagnia (almeno non quanto il cane), non è facilmente addomesticabile e, secondo alcuni studi, indurrebbe persino verso una pericolosa china antisociale i suoi padroni. Eppure la sua conquista delle nostre case, che risale a poco più di un secolo fa, è stata rapidissima e costellata di successi. Non solo per i numeri, che pure sono impressionanti: più di 600 milioni di gatti domestici nel mondo, con una media di tre esemplari ogni cane e un +50% negli Stati Uniti tra il 1986 e il 2006. Ma per le abitudini che ha indotto nell’uomo.

Solo in cibo per gatti, gli americani spendono 6,6 miliardi l’anno, 2 per la sabbia igienica. Ma non basta, perché il gatto va soddisfatto. E allora si va dalle linee di arredamento pensate appositamente per loro, tra un colosso come Ikea alle ”japanese furniture” del sofisticatissimo sito hauspanther.com (vero guru negli Usa), al vino per gatti della Apollo Peak (imperdibile il Moscato Pinot Meaw), per non parlare dei Cat caffè, che da Taiwan all’Europa esportano la moda di luoghi dove si può andare a passare qualche ora ”ospiti” di mici più o meno affabili. E poi, gli energy drink con estratto di the verde per quando li vediamo giù, i cuscini rilassanti che fanno (a loro) le fusa e anche le sedute dallo psicanalista contro lo stress della vita domestica. Ovvero della vita con noi. Il tutto mentre ogni padrone, sotto sotto, cova il dubbio (e il terrore) che il gatto di casa potrebbe benissimo tornare alla vita selvatica e sopravvivere egregiamente anche senza di lui.

Attenzione, allora, perché da invitati a invasori il passo è breve. E si scopre che già da qualche anno sono molto gli studiosi concentrati sulla questione: perché amiamo tanto i gatti? Le ipotesi sono tante, qualcuna anche sconcertante: si va da antiche credenze che si perdono nei secoli a ricerche scientifiche su un batterio silente che dai gatti si anniderebbe nel nostro cervello, condizionandoci. Ma la rivelazione che colpisce fortemente anche la Tucker è che non siano i gatti selvatici ad essere stati addomesticati dall’uomo. Ma, al contrario, che siano gli uomini a essere stati scelti dal gatto, nonostante tutte le loro imperfezioni (l’uomo fa rumore, pretende di giocare, chiede affetto continuamente, limita spazi e movimenti, spesso sceglie mobili inadatti per la ginnastica quotidiana e ha il pessimo vizio di portarsi dietro altri simili). Un processo ancora tutto in atto, in cui il vero re della casa sta pazientemente attendendo che l’uomo impari a comportarsi secondo le ”sue” esigenze e intanto conquista il mondo.

E se una risata vi scoppia al solo pensiero, sedete sul divano, proprio lì, accanto a quello che era il vostro posto preferito e che ora è il ”suo”. Oppure provate a tardare l’ora della pappa o del risposino. Cambiate posto a qualunque oggetto nella ”vostra” casa o il gusto delle sue scatolette. Provate ad alzare il volume della tv o a invitare qualcuno a cena. E quando incrocerete il ”suo” sguardo, consapevoli di ciò che sta per accadere, provate a domandarvi: c’è forse un qualunque altro essere al quale permettereste tanto?

(fonte ansa)

20 Ottobre 2017 400 $ al mese per vivere in un armadio.

400 $ al mese per vivere in un armadio.

I prezzi degli affitti nelle grandi città possono essere davvero un problema per chi non guadagna abbastanza, così c’è chi decide di inventarsi dei modi di vivere originali ed economici.

E’ il caso di Peter Berkowitz, 25 anni, grafico di San Francisco che ha deciso di vivere in un armadio per risparmiare sul costo dell’affitto nella famosa città statunitense. La sua “stanza” nell’armadio è larga appena 2,5 metri, alta 1,2 e profonda un metro. Il tutto a solo 400 dollari al mese!

 Peter aveva inizialmente progettato di dividere un appartamento di due camere con un amico, ma si è reso conto che il costo di un bilocale non era ugualmente sostenibile. Ha quindi affittato un appartamento di una sola stanza ed ha costruito il suo armadio-casa, dividendo il monolocale con un altro inquilino.

L’armadio di Peter è dotato di vari comfort tra cui un letto doppio, tavolino pieghevole e luci led. “Sì, vivere in un armadio è un po’ assurdo. Ma l’assurdità è endemica nei prezzi folli degli affitti di San Francisco”, ha detto ai giornalisti.