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1 Giugno 2019 Attenzione, vendere prodotti derivati dalla cannabis è reato

Secondo la “Cassazione”, le foglie, l’olio e la resina della cannabis non possono essere commercializzati, una bella batosta a tutto il settore e a quanti avevano fatto investimenti.

Molti imprenditori nell’ultimo periodo avevano investito somme importanti sulla trasformazione di  prodotti derivati dalla cannabis.

C’è ha comprato porzioni importanti di terreno per la coltivazione, chi ha messo su delle piccole industrie; insomma qualcosa si stava muovendo nel mondo della “new ecomony”. A spazzare tutto con un colpo di mano è la Cassazione, che pone il divieto alla cessione di olio, foglie, inflorescenze e resina. Ma come, prima il via e subito dopo lo stop?

La Corte si esprime in questo modo: “Non rientra nell’ambito di applicazione della legge 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel catalogo comune delle specie di piante agricole, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53 Ce del Consiglio, del 13 giugno 2002, e che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati“.

In altre parole, questi derivati possono essere coltivati, ma non venduti, a meno che non siano privi di tetraidrocannabinolo (THC), l’effetto drogante.

Intanto i negozi che vendono marijuana legale sono esplosi a macchia d’olio in tutta Italia, e quasi uno in ogni paese del nostro comprensorio: in due anni, se ne contano 1000, e adesso cosa succederà dopo questa sentenza? Un business questo che, dopo la decisione della Cassazione, potrebbe subire un bel colpo.

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