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10 Dicembre 2017 I PRESEPI DI SICILIA

La tradizione presepiale, prevalentemente italiana, risale all’epoca di San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che “sacre rappresentazioni” delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale.

Il primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia è quello realizzato da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel Museo Liberiano della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L’iconografia del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura.

Il Presepe ha sempre occupato un posto d’onore nelle rappresentazioni sacre nella nostra isola. In Sicilia tale consuetudine si discosta in parte da quella tradizionale, utilizzando come decorazioni, rami d’arancio e di mandarino e fichi d’india.

Il particolare modo di rappresentare il Presepe con varie statue tridimensionali usando vari materiali come il legno, l’oro, l’argento, l’avorio ed il corallo si sviluppò in Sicilia all’interno delle Chiese a partire dal XV secolo.

Nell’Ottocento il Presepe uscì dagli ambienti esclusivamente ecclesiastici per entrare anche nelle case delle famiglie di tutte le estrazioni sociali.

I centri dov’è maggiormente radicata la tradizione del Presepe Siciliano sono: Palermo, Caltagirone, Trapani, Messina, Siracusa, Acireale, Noto e Ragusa.

Nella provincia ragusana, si trova la lunetta cuspidiata realizzata utilizzando il calcare duro e presente nella parete esterna sinistra della Chiesa di Santa Maria di Batlem a Modica. Denominata come “La Lunetta del Berlon”, risale al XV-XVI secolo. All’interno della chiesa si trova anche un Presepe dalle dimensioni monumentali commissionato ad una prestigiosa fabbrica di Caltagirone, realizzato da fra’ Benedetto Papale Minimo, Giovanni Vaccaro Bongiovanni, Giacomo Azzolina.

Da citare, inoltre, altri due bassorilievi realizzati in stucco, risalenti al XVIII secolo nella Chiesa della Santissima Annunziata ad Ispica.

Nella cittadina barocca di Scicli, un Presepe monumentale si trova all’interno della Chiesa di San Bartolomeo.
Anche Catania e la sua provincia offrono la possibilità di ammirare innumerevoli Presepi che meritano d’essere conosciuti.
Primo esempio del Presepe catanese da ricordare è quello d’origine settecentesca di proprietà del barone Scamacca. I personaggi che lo compongono sono realizzati utilizzando un particolare impasto, “la pastiglia”, e rifiniti con coloranti resinosi. I vari personaggi che lo compongono e che si dirigono verso la santa grotta sono suddivisibili in due gruppi distinti: i personaggi di colore che provengono dall’Oriente e quelli d’origine locale, cioè i contadini ed i pastori.
Altro esempio suggestivo della Natività è rappresentato dal presepe settecentesco costituito da una trentina di personaggi presente ad Acireale. I personaggi sono realizzati a grandezza naturale ed indossano dei costumi curati; i loro volti di cera colorata lasciano trasparire chiaramente i loro sentimenti nell’accostarsi all’evento sacro.
Tale rappresentazione è accolta in un ingrottamento lavico al quale è legata una storia particolare. In un giorno di fine estate del 1741 il sacerdote Don Mariano Valerio, di ritorno da un pellegrinaggio, fu costretto a ripararsi in un anfratto lavico a causa di un violento temporale. Qui ebbe l’idea di realizzare nello stesso luogo una grotta simile a quella presente a Betlem. A distanza di circa dieci anni, esattamente per la notte della vigilia del 1752, si poteva ammirare il tempio “Sancta Maria ad Praesepe”. Tra i successori del canonico fondatore che continuarono la sua opera si deve ricordare Don Pasquale Abete Pennisi perchè ebbe il merito di ampliare la Chiesa, di far edificare la facciata e di far realizzare la volta in pietra pomice. Inoltre, egli commissionò a cartoplasti locali la realizzazione di nuovi personaggi per arricchire il Presepe.

Anche la città di Caltagirone è coinvolta a pieno titolo nelle manifestazioni natalizie. E’ conosciuta come la “città dei presepi”. Qui, se ne possono ammirare vari, a partire da quello monumentale posto nella cripta dei Cappuccini e quello che si allestisce lungo la scala di Santa Maria del Monte. La realizzazione dei vari personaggi del Presepe è diventata per i celebri ceramisti della città una vera e propria tradizione: le prime realizzazioni risalgono al  Settecento e all’Ottocento; col tempo questa attività è diventata una vera e propria scuola.
A Caltagirone la secolare tradizione della realizzazione dei Presepi conta esperti ceramisti del passato del calibro di Giacomo Bongiovanni e di suo nipote Giuseppe Vaccaro, artisti che vanno ricordati perchè hanno creato la tradizione gloriosa che ha reso famosa la città.
Un esempio dell’arte di un altro famoso ceramista del passato, Francesco Bonanno, è un Presepe costituito da soli dieci personaggi vestiti con abiti orientaleggianti che in parte si discosta dal modello tramandato dal Bongiovanni; la grotta e le rocce attigue sono realizzate sfruttando terracotta colorata.
Il Presepe in questione è racchiuso in una custodia in legno ed è poco noto agli studiosi perchè è una proprietà privata che per molti anni è rimasta chiusa.

Trapani conta una lunga tradizione per la realizzazione dei Presepi. Tra i materiali più usati in questa provincia per queste rappresentazioni sacre rientrano: il corallo, l’avorio, il madreperla, l’osso e l’alabastro, arricchito da conchiglie. Argentieri e corallari diedero vita a un capitolo tutto nuovo e tutto siciliano della storia del presepe, attraverso la manifattura di piccoli gruppi scultorei raffiguranti la Natività inserita fra i ruderi di un edificio classico o nel folto di una rigogliosa vegetazione.

La sapiente commistione cromatica dei diversi materiali preziosi ha contribuito a fare, di queste minute ed elaborate composizioni, singolari opere d’arte la cui fama ha percorso tutta l’Europa. A Trapani c’è anche la scultura modellata secondo le tecniche della “tela e colla”. In legno di tiglio erano costruiti la testa e lo scheletro delle figure, su cui erano organicamente sovrapposte e morbidamente drappeggiate tele imbevute di colla e gesso a simulare i costumi dei personaggi.

A Noto  si trova il museo “Le Mille e una Grotta”, che ospita più di cento presepi. Notevole anche quello conservato nel palazzo Vescovile, che rappresenta uno spaccato di vita contadina, composto da 38 figure inserite nel paesaggio dei monti iblei.

Del 1494 è il gruppo marmoreo realizzato da Andrea Mancino, nella chiesa dell’Annunziata a Termini Imerese, considerato la prima opera presepiale siciliana.

C’è anche lo storico presepe semovente di Giacomo e Lorenzo Randazzo nel salone comunale di Cinisi.

Oltre ai classici personaggi imprescindibili per realizzare una sacra rappresentazione della natività, sono presenti nel Presepe Siciliano delle figure tipiche. Tra queste ricordiamo ZuInnaru, un vecchietto che si scalda al fuoco, Susi Pasturi (Benino nel presepe napoletano e Dormiglione in quello bolognese) un pastore che dorme beatamente ignorando tutto ciò che gli accade intorno e u Scantaturastidda, conosciuto anche come Sbaundatu che è il primo personaggio ad avvistare la stella cometa.

Una menzione meritano anche i “bambinelli di cera“, molto diffusi e apprezzati. A Palermo e nel siracusano, dove l’apicultura è molto diffusa, fin dal ‘600 si usa la cera per plasmare statuine di Gesù Bambino e poi interi presepi. In quest’arte si distinguono i cosiddetti “Bambinai”.

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