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30 Novembre 2017 Non riesci a svegliarti presto? Sei più intelligente degli altri

Non riesci a svegliarti presto? Sei più intelligente degli altri

Chi fa le ore piccole e non riesce a svegliarsi al mattino avrebbe un QI più alto e tanta immaginazione. Lo dice la scienza

La sveglia al mattino è tragica per tutti, ma c’è chi davvero non ce la fa a rinunciare a dormire ancora per quei fantomatici “5 minuti”.

Se appartenete a questa categoria di persone e arrivate a lavoro o a scuola sistematicamente in ritardo, la scienza vi offre una buona notizia: siete più intelligenti della media.

Una ricerca dell’Università di Madrid ha infatti svelato che chi va a dormire tardi la sera riesce a conciliare il buio e l’attività mentale. Questo è un segno evidente di un maggiore sviluppo delle capacità cognitive e quindi di intelligenza. Ma vediamo in dettaglio come si è svolta la ricerca.

Gli studiosi hanno diviso gli studenti volontari in due categorie. Quelli che andavano a dormire tardi e facevano fatica ad alzarsi presto al mattino, erano capaci di compiere dei ragionamenti più logici e articolati.

Anche il dipartimento di psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha condotto una ricerca analoga, scoprendo che le persone che fanno le orepiccole sono dotate di una grande immaginazione e creatività.

Questa tesi sarebbe avvalorata anche da una ricerca condotta da Satoshi Kanazawa, della London School of Economics and Political Science di Londra.

Nel suo studio è emerso che vi è una forte relazione tra il quoziente intellettivo e le abitudini notturne.

Le persone che vanno a dormire più tardi avrebbero infatti un QI più alto delle altre.

I test condotti da Kanazawa hanno preso in esame un gruppo di 1200 studenti, rivelando che le persone più brillanti farebbero fatica ad addormentarsi a causa del loro maggiore grado evolutivo.

In pratica, chi pensa di più rimanda continuamente l’ora della nanna, per poi bestemmiare al mattino.

Ma è tutto normale: avendo un cervello agile e una fervida immaginazione, siamo sicuri che non sia difficile per loro trovare scuse infallibili per guadagnarsi una più lunga permanenza sul cuscino.

30 Novembre 2017 La Nail Art con insetti morti è la moda del momento

La Nail Art con insetti morti è la moda del momento

Dall’Australia arriva un nuovo modo di decorare le unghie. Che ne pensate? Vi sembrano inquietanti o vorreste anche voi delle mani come queste?

30 Novembre 2017 Musica per gatti: esiste davvero ed è studiata per rilassare i nostri mici

Musica per gatti: esiste davvero ed è studiata per rilassare i nostri mici

L’obiettivo finale è quello di applicare le teorie di musicoterapia agli animali maltrattati e abbandonati

Anche gli animali apprezzano la musica? Sì? No? Secondo il compositore e violoncellista David Teie sì. Ma solo la musica composta appositamente per loro e per questo ha creato un progetto su Kickstarter con un obiettivo di raccolta fondi di 20.000 dollari. I “gattari”, si sa, sono tanti, e Teie ha già raccolto dieci volte la somma che si era prefissato!

Data la grossa somma raccolta, il compositore ha deciso ora di dedicarsi alla musicoterapia per animali maltrattati e abbandonati. Per ora si è concentrato sui gatti, che sono molto diffusi nelle nostre case, ma prevede di estendere lo studio ad altre specie. La musica composta per i nostri amici a quattro zampe gira alla stessa frequenza delle loro fusa e contiene suoni della natura, rumore di croccantini e, ovviamente, le fusa di una mamma gatta.

Ma ai mici la musica per gatti di David Teie piace davvero? Alcuni studi comportamentali pubblicati sull’Applied Animal Behaviour Science hanno hanno dimostrato che sono graditi dal 77% dei mici in ascolto. E come dargli torto? Per chi volesse saperne di più, ecco un video del compositore David Teie in cui spiega le sue teorie e i suoi progressi nel campo.

29 Novembre 2017 George Harrison, 16 anni senza l’ex Beatles

George Harrison, 16 anni senza l’ex Beatles

Sono passati 16 anni da quel 29 novembre, il giorno in cui arrivò la notizia della scomparsa di George Harrison uno dei favolosi e geniali Beatles.
Morì nella casa di un amico a Los Angeles dopo aver lottato contro una brutta malattia, per suo volere il corpo venne cremato e poi sparso nel Gange.
Tra le canzoni che scrisse nel periodo legato ai FAB4, anche questa meraviglia che vi faccio riascoltare nella versione fatta al “Princess Trust” del 1997, al suo fianco Ringo Starr, Eric Clapton, Elton John, Jeff Lynne, Phil Collins e Mark King.

George Harrison (Liverpool, 25 febbraio 1943 – Los Angeles, 29 novembre 2001) è stato un cantautore, polistrumentista, compositore, attore, produttore cinematografico e discografico britannico.

Dal 1960 al 1970 è stato il chitarrista solista e cantante del complesso musicale dei Beatles; dopo lo scioglimento del gruppo (il cui ultimo atto coincise, nel gennaio 1970, con la seduta di studio della canzone scritta da Harrison I Me Mine) ha intrapreso la carriera individuale, sia come musicista che come produttore musicale e cinematografico. Fu anche un fondatore e membro del gruppo dei Traveling Wilburys.

Durante gli anni trascorsi con i Beatles realizzò venticinque canzoni. Tutti gli album del gruppo da With the Beatles contenevano generalmente due o più brani di sua composizione; molto celebri sono i suoi brani composti negli ultimi anni del gruppo; While My Guitar Gently Weeps, Something e Here Comes the Sun. Dopo lo scioglimento del gruppo realizzò il suo primo album solista, contenente molti brani che non erano stati pubblicati negli ultimi album dei Beatles, All Things Must Pass; in aggiunta al lavoro solista collaborò anche con Ringo Starr, Eric Clapton, Jeff Lynne e Tom Petty.

Harrison conobbe la cultura e la musica indiana nella seconda metà degli anni sessanta e ne divenne profondo estimatore; introdusse notevoli sonorità di origine indiana sia nei Beatles, sia nel lavoro solista. Assieme al musicista indiano Ravi Shankar organizzò, nell’agosto 1971, il celebre The Concert for Bangladesh, primo concerto benefico nella storia della musica, in cui parteciparono anche Starr, Clapton, Shankar e Bob Dylan; in tale occasione si stava per realizzare una reunion dei Fab Four, ma John Lennon declinò l’invito poiché non si voleva la partecipazione della moglie Yoko Ono, mentre Paul McCartney rifiutò a causa della presenza di Allen Klein fra gli organizzatori.

Dal 15 marzo 2004 il suo nome figura nella Rock’n’Roll Hall of Fame.

29 Novembre 2017 Tutto è relativo, anche la soddisfazione sessuale

Tutto è relativo, anche la soddisfazione sessuale

Siete soddisfatti della vostra vita sessuale? Probabilmente sì, soprattutto se pensate di farlo più spesso dei vostri amici. Il curioso risultato di una ricerca americana.

 Fare sesso è senza dubbio un’attività molto piacevole, ma la soddisfazione è ancora maggiore se pensiamo di farlo più spesso rispetto ad amici e conoscenti. E’ la singolare conclusione di una ricerca condotta da Tim Wadsworth, sociologo presso la University of Colorado Boulder, che tra il 1993 e il 2006 ha analizzato i questionari compilati da 15.386 individui in occasione della General Social Survey, uno studio demografico condotto ogni anno su un campione della popolazione statunitense. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero di Social Indicators Research.

Di più (degli altri) è meglio. In generale i partecipanti al sondaggio hanno dichiarato che il sesso li rende felici e il livello di soddisfazione è maggiore di oltre il 50% per i soggetti che hanno una vita sessuale attiva e regolare. Ma la felicità tra le lenzuola risulta condizionata dal paragone con quella degli amici: chi fa sesso due-tre volte al mese ma è convinto che i suoi amici lo facciano molto più spesso, ha una probabilità più bassa del 14% di riportare nel censimento alti livelli di soddisfazione.
Insomma, per essere felici non sembra importante fare tanto sesso, ma farne di più rispetto agli altri. Secondo i ricercatori la spiegazione di questo comportamento è diversa per uomini e donne: mentre per i maschi fare più sesso rispetto agli amici è una dimostrazione di forza e virilità, per le femmine il sentirsi desiderate favorirebbe l’autostima e la sensazione di sicurezza.

29 Novembre 2017 L’IMPORTANZA DEL DIALETTO SICILIANO

L’IMPORTANZA DEL DIALETTO SICILIANO

Nel dialetto è la storia del popolo che lo parla; e dal dialetto siciliano, così come dai parlari di esso, è dato apprendere chi furono i padri nostri, che cosa fecero, come e dove vissero, con quali genti ebbero rapporti, vicinanza, comunione.

Così scriveva Giuseppe Pitrè, medico, filologo e studioso di tradizioni popolari, nato a Palermo nel 1841 e morto nel 1916. A lui dobbiamo molte delle nostre conoscenze sulle tradizioni siciliane, grazie alle numerose opere da lui lasciate. I suoi scritti sono famosi per la ricchezza di dettagli ed informazioni sulla Sicilia antica, raccolte con una perizia da vero appassionato. È noto soprattutto per il suo lavoro nell’ambito del folclore regionale, come il più importante raccoglitore e studioso di tradizioni popolari siciliane.

Il dialetto Siciliano e la lingua italiana ebbero origine dal latino medioevale, ovvero il basso latino. Il siciliano però raggiunse forma d’arte prima, come dimostra un singolare documento: una delle porte del duomo di Monreale, quella firmata da Bonanno Pisano (1186), i cui battenti, divisi in quarantadue formelle, riproducono scene bibliche accompagnate da scritte esplicative in volgare.
Vi è poi la testimonianza di Dante che nel “De vulgari eloquentia” scrive: “II volgare siciliano si acquistò fama prima e innanzi agli altri per il fatto che molti poeti indigeni poetavano in siciliano e per il fatto che la corte aveva sede in Sicilia è accaduto che tutto ciò che si è prodotto di poetico prima di noi fu detto siciliano; denominazione che anche noi qui manteniamo e che nemmeno i posteri potranno mutare”. Egli definì tutta la produzione poetica siciliana col nome di “Scuola Siciliana” e affermò che i primi poeti in lingua volgare italiana furono proprio i poeti siciliani appartenenti a questa scuola.
Palermo divenne la culla della poesia siciliana. Tra i più famosi poeti di lingua siciliana troviamo Cielo D’Alcamo, giullare particolarmente colto , che scrisse il celebre componimento “Rosa fresca aulentissima” e Giacomo da Lentini, da molti ritenuto l’inventore del “sonetto”e ritenuto proprio da Dante, il caposcuola della lirica siciliana. Qualche tempo dopo l’influenza della lingua siciliana si espanse anche nel nord Italia, specialmente in Toscana dove si venne a formare una corrente di poeti, i poeti siculo-toscani, che in seguito avrebbe dato origine alla scuola del Dolce stil novo e alla lingua italiana che si affermò come lingua del popolo italiano al contrario del siciliano che fu degradato al ruolo di semplice dialetto regionale.

La conformazione geografica di isola, ha certamente permesso alla lingua siciliana di mantenersi lontano da influenze di confine. Il risultato è una specificità unica della lingua e una certa omogeneità fra i dialetti delle province siciliane, che si distinguono per alcuni tratti fondamentali.
Data la lunga e variegata storia della Sicilia, è difficile distinguere tutte le influenze linguistiche subite dalle lingua siciliana, che ne hanno fatto una lingua unica, personalissima e riconoscibile. Gerald Rohlfs  scrisse: “esiste nell’isola un dialetto unitario”. Le differenze che si possono notare nel lessico derivano quasi esclusivamente dalla presenza più o meno di avanzi del greco e dell’arabo. La lingua siciliana è dunque una lingua stratificata in cui coesistono influenze provenienti dal greco, dal latino, dall’arabo, dal francese, dal catalano, dallo spagnolo e da molti altri idiomi.

I dialetti siciliani si possono quindi dividere in tre zone: siciliano occidentale, diviso tra area palermitana, trapanese e agrigentina; siciliano centrale, diviso tra le aree nisseno-ennese, agrigentina orientale e delle Madonie; e siciliano orientale, diviso in area siracusano-catanese, nord orientale, messinese e sud orientale.

Il dialetto siciliano oggi è correntemente parlato da circa 5 milioni di persone in Sicilia, oltre che da un numero imprecisato di persone emigrate o discendenti da emigrati delle aree geografiche dove il siciliano è madrelingua, in particolare quelle trasferitesi nel corso dei secoli passati negli USA (dove addirittura si è formato il Siculish), in Canada, in Australia, in Argentina, in Belgio, in Germania e nella Francia meridionale.
L’uso del siciliano è altresì molto diffuso sia come lingua familiare che come lingua conviviale tra persone in stretta relazione, e presenta una produzione letteraria piuttosto viva, soprattutto nel campo della poesia.

In tempi recenti il dialetto siciliano è salito nuovamente alla ribalta grazie ad autori come PirandelloVerga, Capuana, il grande poeta dialettale Ignazio Buttitta fino al contemporaneo Andrea Camilleri.

Una lingua, mille culture: la lingua siciliana è stata dichiarata dall’UNESCO “lingua madre”. Il siciliano infatti, oltre a tutte le varianti dialettali dell’isola, include i dialetti della Calabria centro-meridionale e quelli salentini ed è correntemente parlato da più di 5 milioni di siciliani e da moltissimi emigrati (o loro discendenti) che vivono da più di un secolo lontano dalla loro terra d’origine.
Nella nostra terra, ad esempio, si hanno tracce dei poemi cavallereschi non solo attraverso l’Opera dei Pupi. Nel siciliano parlato infatti, soprattutto nei modi di dire, vi sono delle espressioni che si ricollegano proprio all’epoca carolingia. Detti molto conosciuti e utilizzati tutt’oggi sono ad esempio espressioni come Semu a cavaddu! ovvero “Siamo a posto” (sottinteso: come un cavaliere in groppa al suo cavallo) o Viri ca fazzu l’opira con il significato di “attento, che faccio l’opera [dei pupi]” (attento, che faccio una gran scenata!).

Parole ereditate dalla dominazione araba (IX – XI secolo a.C.) sono dammusu (soffitta) [arabo: damús] o gebbia (ricetto d’acqua, vasca) [arabo: dijeb] mentre derivanti dallo spagnolo e dal catalano sono i termini come zita (fidanzata) [spagnolo: cita (appuntamento)] o sgarrari(sbagliare) [catalano: esgarrar]. Ed ancora.. francesi sono i termini dialettali travagghiari(lavorare) [francese: travailler] o custureri (sarto) [francese: costurier].

Insomma, questa piccola lista di esempi ci fa capire come la lingua siciliana rappresenti un patrimonio intangibile davvero unico che non deve andare assolutamente perso.

La multiculturalità, presente tanto nei beni materiali quanto in quelli immateriali, è da sempre uno dei valori aggiunti della Sicilia.

29 Novembre 2017 iPhone X: ecco quanto vi costa riparare il display in caso di rottura

iPhone X: ecco quanto vi costa riparare il display in caso di rottura

Il telefono più costoso di sempre ha anche un display delicatissimo, e potrebbe costarvi molto caro

Per averlo avete fatto di tutto: appostarvi di notte davanti agli store, nascondervi nei tombini, vendere la vostra inestimabile collezione di rare schede telefoniche.

Ora che siete finalmente in possesso di un esemplare di melafonino, il nuovo iPhone modello X, mettetevi un attimo seduti (belli comodi) e respirate profondamente.

Okay, avete tra le mani un gioiellino che il mondo vi invidia (ma è vero che riuscite a spegnere tutti gli smartphone dei vostri amici con un solo tocco e a contattare direttamente la Nasa?).

Ma spesso la parte difficile arriva subito dopo la conquista: ora dovrete averne la massima cura.

Il tanto agognato display senza bordi, ambito da tutti i veri appassionati, se il gioiello di casa Apple vi dovesse sfuggire di mano e infrangersi rovinosamente al suolo potrebbe costarvi molto ma molto caro: su per giù parliamo di 321,11 euro.

Dunque, la domanda è presto fatta: avete un’assicurazione aggiuntiva per scongiurare un simile salasso?

L’AppleCare+ in questo caso ha un costo di € 229, e una copertura di 24 mesi, inclusi i danni accidentali (due interventi previsti).

Per danni al display si deve sostenere un costo addizionale di € 29 mentre per altri tipi di danni il costo è di € 99.

Un telefono dei record, non ci sono dubbi in merito.

Del resto c’era da aspettarselo: iPhone X è il più caro modello Made in Apple. Una mela al giorno toglierà pure il medico di torno, ma di sicuro assorbe anche lo stipendio dalle vostre tasche.

29 Novembre 2017 Si chatta e si naviga, ora gli italiani vivono ‘social’ anche il bagno

Si chatta e si naviga, ora gli italiani vivono ‘social’ anche il bagno

Attenti al consumo idrico, sogniamo una piccola spa casalinga

 Si chatta con gli amici, si naviga in internet, si guardano le e-mail. Sono le nuove abitudini nell’ambiente bagno. Ora gli italiani lo preferiscono “social”: è quanto emerge da una ricerca condotta sull’ambiente bagno da Desivero, la prima piattaforma digitale di servizi per il consumatore nell’ambito della termo-idraulica e dell’arredo bagno.

I social network influenzano ormai così tanto la nostra vita, che il 73% degli utenti che ha partecipato all’indagine, lanciata dalla pagina facebook Desivero, che ha chiesto ai propri utenti come vivono il loro rapporto con il bagno.

Inoltre il bagno si conferma per oltre la metà degli intervistati (55%) l’ambiente preferito della casa, seguito dalla camera da letto (32%) e dalla cucina (13%). Il bagno è il nuovo salotto ,tendenza bathroom-living.

Grande attenzione anche per il risparmio: la quasi totalità degli utenti ha infatti dichiarato di essere molto attenta al consumo idrico mettendo in pratica piccoli accorgimenti come chiudere l’acqua mentre si lava i denti o utilizzare lo scarico ridotto dello sciacquone. Solo il 18% ha dichiarato di fare lunghi bagni e docce infinite.

E per il bagno del futuro? Il 52% ha risposto di desiderare un sistema autopulente e autoigenizzante, il 32% di ambire a una piccola spa casalinga e il 16% vorrebbe l’implementazione di una tecnologia che riduca il consumo d’acqua.

Il bagno: uomini vs donne
Uomini e donne non sempre vivono il bagno allo stesso modo. Se il 100% delle donne dichiara di trascorrere in bagno oltre un’ora al giorno per il 64% degli uomini invece bastano 15 minuti, per il 25% ne occorrono dai 30 ai 45 e solo l’11% impiega più di un’ora.
Ci sono grosse differenze anche per quanto riguarda gli acquisti per il bagno. Se il 100% degli uomini dichiara di fare acquisti solo quando si rompe qualcosa, il 47% delle donne compra qualcosa per il bagno ogni sei mesi e il 41% ogni mese.
Le donne dimostrano di essere anche più digital degli uomini: il 41% di esse fa acquisti per il bagno online contro solo il 21% degli uomini, che per il restante 79% preferisce punti vendita fisici (tra grandi centri dell’arredamento e negozi di fai da te). Non solo: il 62% delle donne in caso di problemi sceglie l’idraulico online, mentre il 67% degli uomini chiama il proprio professionista di fiducia

29 Novembre 2017 Forbes, Beyoncé cantante più pagata, 105 mln dollari

Forbes, Beyoncé cantante più pagata, 105 mln dollari

Seguono Adele con 69 e Swift con 44. Streisand al 10/o posto

Beyoncé è stata la donna più pagata nella musica nel 2017. Secondo la classifica di Forbes, la signora Knowles-Carter ha incassato, infatti, 105 milioni di dollari al lordo delle imposte. La rivista attribuisce il successo della popstar all’album ‘Lemonade’, uscito nel 2016, e al tour mondiale ‘Formation’ che ha incassato 250 milioni di dollari. Al secondo posto, invece, c’è Adele con 69 milioni di dollari, mentre al terzo posto c’è Taylor Swift con 44 milioni di dollari. Tra le prime cinque ci sono anche Celine Dion con 42 milioni di dollari e Jennifer Lopez con 38 milioni di dollari. A 75 anni suonati, fa ancora incassi milionari Barbra Streisand e si piazza al decimo posto con 30 milioni di dollari. Forbes ha stilato la classifica tenendo conto degli utili al lordo delle tasse tra il 1 giugno 2016 e il 1 giugno 2017.