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13 Novembre 2017 Più successo con le donne se hai l’iPhone

Più successo con le donne se hai l’iPhone

Ma dai, davvero l’iPhone ti regala qualche chance in più con il sesso opposto? Secondo un’indagine condotta da OKCupid.com, un sito di appuntamenti online, sembrerebbe che i possessori del melafonino se la spassino a letto di più rispetto ai “colleghi” con Blackberry e Android.

“In media, un trentenne con iPhone si è portato a letto almeno 10 donzelle”

Mela del desiderio – Che dici, sarà il suo touch sensuale e vellulato a renderlo irresistibile? Chissà, intanto le statistiche di OKCupid.com parlano chiaro: chi ha un iPhone è più attivo tra le lenzuola, e con più partner sessuali diversi, rispetto a chi possiede un BlackBerry o uno smartphone con Android. Sui 9.785 possessori di cellulari interpellati dal sito di dating online, è risultato che un (fortunato) possessore maschio di melafonino sui trent’anni ha avuto una media di 10 partner del gentil sesso, mentre le coetanee Apple ne hanno conquistati addirittura 12,3 (chissà cosa indicherà quello 0,3…).

BB e Android – È andata meno bene a chi comunica con un BlackBerry e un Android. I maschi fedeli al marchio RIM si sono dovuto accontentare solo di 8,1 donne, mentre il gentil sesso si è comportato un po’ meglio rimorchiandone con successo 8.8. Davvero sfigati e sfigate, infine, i fan di Google che non sono andati rispettivamente oltre le 6 fanciulle e i 6.1 maschietti. Non pervenuti in classifica Nokia, Samsung, Motorola & Co. Che dici, non saranno stati in grado di rimediare neanche un appuntamento?!?!

Reflex do it better – OKCupid non solo rivela qual è lo smartphone che ti regala qualche chance in più a letto, ma anche le fotocamere digitali che riescono a catturare meglio il tuo profilo migliore. Da un’attenta analisi sulle 552.000 foto degli utenti registrati, le reflex si sono rivelate di gran lunga le migliori con in testa le Panasonic seguite a ruota dai modelli di Canon, Pentax, Nikon, e Sony. Cupido ti consiglia di non usare il flash perché ti invecchia di almeno sette anni e soprattutto di stare alla larga dall’obiettivo dei cellulari, a meno che non usi un iPhone…

11 Novembre 2017 Perché cambiamo partner

Perché cambiamo partner

Per cercare quello giusto. Per una nuova libertà. Ma anche per l’eredità dell’evoluzione. Perché, spiegano gli antropologi, siamo monogami, sì. Ma seriali…

Finché morte non ci separi… o no? Anche se all’inizio di un’unione tendiamo a pensare che sia “per sempre” (o quasi), può accadere che a un certo punto si senta il bisogno di cambiare partner. E in questo non entrano in gioco solo litigi o problemi, ma persino l’evoluzione: la coppia, secondo gli antropologi, è “a tempo”, quindi dopo 4 o 5 anni (il necessario per crescere la prole) è “naturale” che ci si ponga il problema se riassortire la coppia. La nostra storia biologica insomma ci condiziona ancora oggi, con buona pace delle promesse di eterna fedeltà. La crisi si può superare o no, ma sono in aumento coloro che preferiscono cercare un nuovo partner.

IL MITO. Perché oggi nel cambiare partner si fondono natura e cultura, eredità dell’evoluzione e cambiamenti della società. Da una parte, gli antropologi ci spiegano che siamo in realtà dei monogami seriali: tendiamo cioè ad avere una relazione per volta, ma con compagni diversi nel corso della vita. L’antropologo Augustín Fuentes, nel suo libro Race, monogamy, and other lies they told you, sostiene per esempio che la monogamia è un mito, una condizione culturale imposta, che pochi riescono infatti a mantenere con serenità.

Dall’altra i mutamenti nella società – a cominciare dal fatto che il matrimonio non è più indissolubile – fanno il resto. «La coppia seriale si diffonde fra le nuove generazioni a causa di cambiamenti culturali che stanno procedendo a grande velocità» dice il sociologo Carmelo Carabetta, autore di Giovani, cultura e famiglia. I giovani, rileva il sociologo, cambiano per un senso di libertà mai provato prima. «La coppia fissa non dura a lungo, data la percezione di provvisorietà delle condizioni di vita e il fatto che si riconoscono sempre meno i valori e i modelli della famiglia, ma anche della scuola, della chiesa e dei partiti». Le norme rigide della società si allentano e si torna un po’ “primitivi”. «E si mettono al centro i propri desideri» dice Carabetta. Le relazioni sono più libere; si vive la monogamia seriale anche per reagire alla noia e all’insofferenza di rapporti solidi, ma usuali. Questo cambio culturale si riflette nell’aumento delle separazioni: in Italia, secondo i dati Istat, dal 1995 al 2010 si è passati da 158 separazioni e 80 divorzi ogni mille matrimoni a 307 separazioni e 182 divorzi. All’origine ci possono essere seri problemi di convivenza o semplice voglia di cambiare, ma il trend segna per le separazioni un più 2,6% annuo.

10 Novembre 2017 Differenze “geografiche” nella qualità degli spermatozoi

Differenze “geografiche” nella qualità degli spermatozoi

Più efficiente lo sperma degli abitanti delle città rispetto ai contadini. Perché?

Gli spermatozoi diminuiscono e diventano sempre meno energici, diminuendo i livelli di fertilità maschile. Questi i risultati di un controverso saggio pubblicato nel 1992 dal British Medical Journal. C’è però chi sta eseguendo una serie di sperimentazioni, sostenendo l’ipotesi che in realtà si tratta di un problema che colpisce in modo geograficamente differenziato.

In particolare, un team di ricercatori dell’università del Missouri ha analizzato negli Stati Uniti lo sperma di 512 partner di donne incinte (quindi maschi fertili), mettendo a confronto la concentrazione e la vivacità dei loro spermatozoi. Il dato sorprendente è che la concentrazione degli spermatozoi è significativamente più bassa nelle zone rurali del Missouri, rispetto a quella di grandi città americane, quali New York, Los Angeles e Minneapolis. E lo stesso si deve registrare per quanto riguarda il dinamismo degli spermatozoi.

Insomma gli uomini di campagna sarebbero meno fertili rispetto ai residenti in aree metropolitane. Le ipotesi avanzate per spiegare il fenomeno sono svariate: vanno dall’esposizione prolungata agli agenti chimici usati in agricoltura a differenze genetiche legate a un particolare territorio.

10 Novembre 2017 Niente sesso siamo atlete

Niente sesso siamo atlete

Le ragazze che fanno sport sono più caste e morigerate.

Le ragazze che fanno sport hanno la tendenza a restare vergini più a lungo e ad avere rapporti sessuali meno frequenti, a cambiare partner meno spesso e fare un uso maggiore dei contraccettivi rispetto a giovani donne chi non praticano alcuna disciplina sportiva.
È quanto risulta da una ricerca condotta negli Stati Uniti sul comportamento di quasi mille studentesse americane tra i 14 e i 18 anni. “Possiamo considerare che esista uno stretto legame tra fare sport ed evitare delle gravidanze non desiderate – spiega Kathleen Miller della New York State University e una delle principali fautrici della ricerca. Lo sport permettere alle ragazze di sentirsi importanti, attraenti e popolari senza la necessità di fare sesso con questo o quel ragazzo. Darebbe loro un’alternativa per la propria autostima, nel valorizzare sé stesse. Si riconoscono come donne e atlete, e non solo come oggetti sessuali.”

Per gli uomini è diverso. Lo stesso non può essere detto per i maschietti che, al contrario, praticando sport attivamente aumentano la possibilità di avere rapporti sessuali e di averne più spesso di chi “sta a guardare”.
I risultati della ricerca hanno mostrato che il 54 per cento delle ragazze che praticano sport hanno ammesso di essere ancora vergini, contro il 41 per cento di chi non lo pratica. La ricerca è stata sviluppata con l’intenzione di far comprendere ai giovani la necessità di avere comportamenti sessuali responsabili, che, oltre all’abuso di alcool e droga rientra tra i maggiori rischi a cui vanno in contro gli studenti.

9 Novembre 2017 Un ormone in aiuto dei troppo ansiosi con le donne

Un ormone in aiuto dei troppo ansiosi con le donne

Se il capitolo donne è un tasto dolente, ecco una buona notizia: c’è un ormone che fa da “viagra mentale” e favorisce disinvoltura e intraprendenza con il gentil sesso.

Se nell’arte del rimorchio non siete dei campioni e il solo pensiero di uscire con una donna vi manda terribilmente in ansia, c’è una buona notizia: i ricercatori hanno scoperto nuovi utilizzi della kisspeptina, una molecola a base di ormoni che prende il nome da un dolce tipico della città di Hershey (Pennsylvania) – i “baci di cioccolato” – dove la kisspeptina è stata scoperta.

NUOVE SPERIMENTAZIONI. Studi precedenti avevano già dimostrato che la kisspeptina è in grado di attivare circuiti neuronali associati all’eccitazione sessuale, lavorando sull’ipotalamo (struttura del sistema nervoso centrale) e arrivando alle gonadi (testicoli e ovaie) stimolando la produzione degli ormoni della riproduzione sessuale. Nuove sperimentazioni hanno rivelato qualcosa in più.

Questa molecola è in grado infatti di attivare anche recettori posti nell’amigdala, nel sistema limbico generale (il nostro deposito delle emozioni), riducendo l’ansia e favorendo l’intraprendenza. In altre parole, semplificando un po’, chi l’assume risulterebbe un po’ meno imbranato nel fare avances e sarebbe indotto a proporsi in modo un po’ più ardito al “gentil sesso”.

Il dato è emerso dopo un test condotto su alcuni topi maschi dal dottor Adekunbi e dai colleghi del King’s College di Londra. La sperimentazione ha dato buoni risultati: i topi a cui è stata somministrata la kisspeptina sono risultati infatti molto più propositivi verso le femmine, e per lunghi intervalli di tempo anche meno ansiosi.

VIAGRA, ADDIO? La somministrazione secondo i ricercatori potrebbe in futuro rivelarsi importante per risolvere problemi di disfunzione erettile – in alcuni casi determinati proprio da ansia e stress – prendendo il posto dell’ormai famosa pillola blu.

La kisspeptina agisce sull’asse ormonale che parte dall’ipotalamo (struttura del sistema nervoso centrale) e arriva alle gonadi (testicoli e ovaie) stimolando la produzione degli ormoni della riproduzione. Alcuni recettori di questa molecola sono inoltre presenti anche nel sistema limbico cerebrale (il nostro deposito delle emozioni): questo spiegherebbe le correlazioni tra sessualità, emozioni e riproduzione.

PER LE DONNE. Quello che è certo è che la kisspeptina funziona già per i trattamenti di donne non più fertili a causa di menopause precoci o rallentamenti ormonali (circa l’8% delle donne che non riescono da avere figli): in questi casi la somministrazione della molecola è in grado di restituire l’ovulazione, dimostrandosi una terapia più efficace dell’iperstimolazione ovarica.

8 Novembre 2017 Sicuro e green con Sir Richard’s, i condom in lattice che i Vegan aspettavano

Sicuro e green con Sir Richard’s, i condom in lattice che i Vegan aspettavano

Nuovo condom ecologista.

Matthew Gerson e Mark Kreloff sono convinti ogni essere umano abbia diritto al sesso sicuro. A partire da questa convinzione hanno indagato e notato che oggi viene soddisfatto solo il 10% delle richieste di preservativi nel mondo. Per questo hanno deciso di offrire al mondo un nuovo anti-concezionale per lui, prodotto in maniera ecologica, in lattice al 100% biodegradabile, certificato dal Fair Trade.

I condom di Sir Richard’s permettono a chiunque di avere un rapporto sessuale sicuro e protetto, all’insegna della sostenibilità ambientale. In più, il lattice usato nella produzione, incontra anche le necessità d’amore dei Vegan, perché non trattato con le proteine del latte, comunemente usate nella produzione del caucciù.

Chiunque, Vegan o no, decida di usare i prodotti di Sir Richard’s, contribuisce a colmare il divario tra la necessità di avere un’intimità protetta e l’offerta di sistemi di contraccezione: per ogni condom Sir Richard’s venduto, l’azienda provvede a donarne uno a chi ne ha bisogno. Amore, ecologia e solidarietà vanno a braccetto.

7 Novembre 2017 Pene d’amore? Sofferenze reali

Pene d’amore? Sofferenze reali

Le sofferenze derivanti da pene affettive hanno riempito d’inchiostro pagine tormentate di poeti e scrittori. Ma, quella dell’abbandono e della solitudine, che genere di sofferenza provoca? Secondo recenti ricerche, questo dolore non sarebbe molto diverso dallo sbattere il dito di un piede sullo spigolo di un mobile.

Fuori gioco. Un gruppo di ricercatori dell’università della California ha elaborato un gioco virtuale durante in quale si è simulato lo scambio di una palla tra tre concorrenti, due dei quali in realtà controllati da un elaboratore. Nel corso del gioco, all’inizio regolare, la terza persona – l’unica sotto esame – è stata deliberatamente esclusa dal gioco: la palla non le è più stata passata e lo scambio avveniva solamente tra i due concorrenti “computerizzati”. È in questa fase che il cervello è stato esaminato attraverso una risonanza magnetica funzionale: l’analisi ha evidenziato una certa attività neurale in una regione del cervello chiamata corteccia cingolata anteriore, solitamente coinvolta nella sofferenza fisica.

Meglio male accompagnati, che soli? Pare dunque che il dolore psicologico, specie quello derivato dall’angoscia derivante dall’esclusione sociale e dalla solitudine, condivida dal punto di vista neurologico lo stesso percorso neurale che elabora la fatica fisica. Vista la dipendenza dei piccoli mammiferi dai loro genitori, si può comprendere come, dal punto di vista evolutivo, l’esclusione sociale che determina un dolore simile a quello fisico è un fondamentale escamotage per la sopravvivenza.

7 Novembre 2017 Tanto sesso, tutta salute

Tanto sesso, tutta salute

Il sesso aiuta a vivere meglio e di più, perchè influisce positivamente non solo sulla mente, ma anche sul corpo, migliorando la salute e prevenendo alcune malattie.

Il sesso aiuta a vivere meglio e di più, perchè influisce positivamente non solo sulla mente, ma anche sul corpo, migliorando la salute e prevenendo alcune malattie.

Che in coppia si vive meglio e di più, mentre in solitudine ci si ammala più facilmente, è una credenza popolare che presto, potrebbe essere dimostrata anche scientificamente. E non perché chi ha una vita affettiva appagante soffre meno di depressione e vive più serenamente, ma perché un’attività sessuale regolare farebbe bene al nostro corpo, prevenendo alcune malattie, almeno quanto un’alimentazione corretta e un costante esercizio fisico. Ma come questo avvenga e in che modo l’atto sessuale riesca a influire positivamente sulla salute è una questione aperta e l’ipotesi è ancora tutta da dimostrare.

L’amore fa buon sangue. Ronald Glaser, direttore dell’istituto di medicina comportamentale dell’università dell’Ohio ha analizzato la composizione biochimica dell’eccitazione amorosa: durante questa fase il nostro corpo comincia a rilasciare una certa quantità di ossitocina, detta anche “ormone dell’amore” perché responsabile della creazione di legami emotivi forti tra gli individui. L’ossitocina, conosciuta soprattutto come regolatore delle contrazioni dell’utero nel parto, durante un orgasmo sarebbe presente nel sangue in una quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali. E come riportato dalla rivista Time, è proprio in questo momento che sprigiona tutti suoi effetti benefici: regola la temperatura corporea, controlla il cuore e la pressione sanguigna, facilita la coagulazione del sangue e alza le difese immunitarie.

Sani con il sesso. Questa nuova ricerca non è però l’unica, bensì l’ultima di una lunga serie che hanno dimostrato come fare sesso ha ricadute sulla salute. Per esempio durante il rapporto sessuale vengono bruciate in media 200 calorie e si hanno sul cuore gli stessi benefici di 30 minuti di corsa.

Non fa male, anzi. Il sesso, inoltre, aumenta la capacità di sopportare il dolore: durante un orgasmo il cervello delle donne lancia l’impulso per far rilasciare nel corpo endorfine e corticosteroidi, capaci di intervenire sui centri nervosi con un effetto calmante. E questo può aumentare la sopportazione del dolore anche del 110% come verificato in un curioso esperimento. Ma non finisce qui il sesso regolare (una o due volte la settimana) aumenterebbe anche le difese immunitarie ed è ancora allo studio la possibilità che prevenga alcune forme di tumore (alla prostata per gli uomini e al seno per le donne), probabilmente per la proficua combinazione dell’ossitocina con altri ormoni, come gli estrogeni e il testosterone.

6 Novembre 2017 Macho e sudato? Sesso assicurato!

Macho e sudato? Sesso assicurato!

Un test olfattivo sembra spiegare quando (e con chi) le donne sono più propense a una scappatella. Le donne in periodo fertile, infatti, apprezzano di più l’odore degli uomini dominanti.

 

Macho e sudato? Sesso assicurato!
Un test olfattivo sembra spiegare quando (e con chi) le donne sono più propense a una scappatella. Le donne in periodo fertile, infatti, apprezzano di più l’odore degli uomini dominanti.

La vostra partner vi tradisce dopo anni di felice unione? Potrebbe essere colpa del suo ciclo ormonale e di quell’odorino di sudore che aleggia in palestra…
Uno studio condotto da Jan Haylicek dell’Università di Praga ha infatti dimostrato che le donne con relazioni stabili sono più propense al tradimento nel periodo di massima fertilità (cioè quello dell’ovulazione), e che in quei giorni si sentono particolarmente attratte dai maschi geneticamente superiori. La causa scatenante di questa voglia di novità delle signore sembra essere l’odore dei maschi dominanti.

Sudare per “rimorchiare”. I ricercatori cechi hanno somministrato a 48 uomini un questionario volto a determinare il loro status all’interno del contesto sociale di riferimento, e hanno poi raccolto il loro sudore grazie a dei tamponi posizionati sotto le ascelle. I campioni così ottenuti sono stati fatti annusare a 65 donne, che sono state invitate a esprimere una valutazione sulla carica sessuale e sulla mascolinità dei 48 odorosi volontari. Le donne che durante il test si trovavano nei giorni dell’ovulazione, quindi nel periodo di massima fertilità, hanno dimostrato una netta preferenza per i maschi che avevano riportato un alto punteggio nel test sulla dominanza. Il fatto singolare è che tale effetto è stato riscontrato solo sulle volontarie impegnate in relazioni sentimentali stabili.

Marito di scorta. Secondo gli studiosi questo risultato è il frutto di una strategia evolutiva che spingerebbe le donne ad avere relazioni fisse con uomini dediti alla famiglia e alla cura dei figli, ma anche a intrattenersi per brevi periodi con maschi geneticamente e socialmente dominanti.
Già altri studi avevano ipotizzato l’esistenza di un nesso tra ciclo ormonale e propensione al tradimento, ma l’esperimento di Haylicek suscita qualche dubbio sull’effettiva rispondenza alla realtà delle dichiarazioni delle volontarie: alcune hanno trovato sexy l’odore dei tamponi, ma altre lo hanno semplicemente classificato “non disgustoso”. Haylicek tranquillizza comunque mariti e fidanzati: le donne, anche se attratte dall’odore degli uomini più forti, solitamente resistono alle tentazioni dell’olfatto perché nel processo decisionale non vanno soltanto “a naso”. E inoltre le condizioni di laboratorio sono spesso ben diverse da quelle reali.