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13 Ottobre 2017 Chi tradisce è più bravo a letto?

Chi tradisce è più bravo a letto?

Anzi, spesso è vero il contrario: si tradisce perché insicuri delle proprie capacità amatorie. Secondo la sociologa Kristen Mark della Northwestern University di Chicago, ci sono persone che tradiscono solo per verificare la propria “efficienza sessuale”: soggetti insicuri alla ricerca continua di conferme. Prestazione. L’ansia da prestazione e l’insicurezza sono dunque, soprattutto per un uomo, la prima molla che lo spinge verso l’infedeltà. «Per questi soggetti è più facile e rilassante relazionarsi con una sconosciuta, che nulla sa del loro passato sessuale» afferma la sociologa. «Esistono persone più inclini al tradimento: uomini e donne che hanno difficoltà nel gestire e fronteggiare le frustrazioni. E che cercano in altri partner ciò che non trovano con il proprio. Il solo antidoto all’infedeltà risulta, sempre e comunque, una relazione soddisfacente».

13 Ottobre 2017 Gli atleti fanno più o meno sesso degli altri?

Gli atleti fanno più o meno sesso degli altri?

Dipende dalle convinzioni radicate in loro e nei rispettivi allenatori. Molti atleti infatti praticano l’astinenza alla vigilia di gare importanti per periodi più o meno lunghi, e questo determina, più in generale, una frequenza più bassa di rapporti sessuali.
Tuttavia, un’inchiesta dell’Associazione italiana per la ricerca in sessuologia, condotta sui giocatori di basket di serie A e Legadue, ha trovato che il 95% degli stranieri vanta tra i 10 e i 20 rapporti al mese, mentre la stessa frequenza è raggiunta dal 71% degli italiani.

Non sempre l’astinenza permette di ottenere il risultato sperato. Per esempio, prima dell’incontro per il mondiale dei supermedi WBC, il pugile Carl Froch si astenne dai rapporti sessuali per un mese intero. Eppure perse.

Al contrario, il saltatore in lungo Bob Beamon stabilì uno storico record del mondo, alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, nell’unica occasione in cui fece sesso prima di una gara.
In ogni caso, diversi studi concordano sul fatto che chi fa più esercizio fisico, soprattutto aerobico, ha anche un maggiore desiderio e meno rischi di impotenza ed eiaculazione precoce.

12 Ottobre 2017 E’ legale avere rapporti sessuali in ascensore?

E’ legale avere rapporti sessuali in ascensore?

Secondo un principio stabilito dalla Corte di Cassazione, non è reato avere rapporti sessuali in ascensore, purché tutto avvenga «tra un piano e l’altro e la cabina sia priva di vetrate» (Cass. 10060/2001). Infatti, se da un lato l’ascensore di un edificio può senz’altro definirsi come un luogo pubblico, dall’altro, una volta serrate le porte, ed escluso che altri possano vedere da fuori quello che succede, non lo è più. E quindi si può utilizzare come… alcova di fortuna.

CONSULENZA PRE-SESSUALE. Ma, in generale, prima di abbandonarsi alla passione è consigliabile consultare un avvocato. Perché non tutti i luoghi sono uguali. Avere rapporti sessuali nella toilette di un aereo, chiusa a chiave, è diverso dal rotolarsi tra i sedili, anche se le file sono vuote.In linea generale, spiega l’art. 527 del Codice Penale, chiunque compie atti osceni in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico è punito con  un ammenda da 5.000 a 30.000 euro. Se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori si rischia la reclusione da 4 mesi a 4 anni e 6 mesi.

QUALCHE ACCORGIMENTOIn base a questo principio, consumare rapporti sessuali nel proprio box a serranda abbassata è legale, mentre appartarsi nel garage condominiale, teoricamente esposti allo sguardo degli altri, è vietato.

11 Ottobre 2017 Il sesso non è l’anima del commercio.

Il sesso non è l’anima del commercio.

Le pubblicità sexy e ammiccanti fanno vendere di più. O, almeno, così si dice… Perché sembra che non sia vero: a smentire quella che ormai può essere considerata una credenza popolare è uno studio condotto da un team di ricercatori della University of Illinois e recentemente pubblicato sull’International Journal of Advertsing.

SUPER STUDIO. Charles Sandage e i suoi colleghi hanno condotto una meta-analisi su 78 studi effettuati su questo argomento tra il 1969 e il 2017 e sottoposti a peer review (verifica).In totale queste ricerche hanno coinvolto oltre 17.000 consumatori di Stati Uniti, Europa, Australia e Asia, esposti a pubblicità di ogni tipo: dai cartelloni stradali ai banner, dalle pagine pubblicitarie di riviste e giornali agli spot televisivi.

CHE MARCA ERA? Dallo studio emerge che le pubblicità a sfondo sessuale si ricordano più facilmente, ma non aiutano a ricordare la marca protagonista dello spot. Non solo: nei confronti di questi brand i consumatori sembrano anche più propensi a manifestare atteggiamenti negativi.

IL SESSO NON VENDE. E i sexy spot non sembrano in grado nemmeno di influenzare le vendite: «Non abbiamo rilevato nessun effetto sulle intenzioni d’acquisto dei consumatori», commentano i ricercatori.

Meno sorprendente il dato relativo al gradimento di queste pubblicità, che sembrano piacere molto agli uomini e molto meno alle donne.

Lo studio della University of Illinois conferma nella sostanza una ricerca condotta nel 2016 dalla società di rilevazione Ace Metrix sugli spot trasmessi durante le ultime sei edizioni del SuperBowl: l’analisi dei dati ha mostrato come gli annunci sexy fossero del 9% meno efficaci rispetto a quelli più casti.

CAST DIVA. Per questo motivo molte aziende, soprattutto negli Stati Uniti, sono corse ai ripari e nelle ultime versioni dei loro spot hanno eliminato i riferimenti sessuali troppo espliciti.Tra i casi i più eclatanti quello di GoDaddy, email provider americano noto per le modelle poco vestite e ammiccanti protagoniste della sua pubblicità.Già dallo scorso anno l’azienda ha completamente cambiato la propria strategia di comunicazione: «Siamo cresciuti», ha poi rivelato Barb Rechterman, marketing manager dell’azienda, quasi a voler dire che l’adolescenza e le relative tempeste ormonali erano ormai alle spalle.

11 Ottobre 2017 Niente sesso, siamo smart (phone).

Niente sesso, siamo smart (phone).

Smartphone e tablet hanno davvero migliorato la nostra vita? Forse no, almeno non quella sotto le lenzuola.
Secondo un sondaggio recentemente condotto da broadbandchoices.co.uk, un comparatore di prezzi britannico, oggi si va a letto in media 90 minuti più tardi rispetto a 10 anni fa: a tenerci svegli sarebbero aggiornamenti di status, condivisioni di foto, tweet e altre irrinunciabili attività digitali. E, secondo i partecipanti al sondaggio, a risentirne maggiormente sarebbe proprio la vita sessuale.

Quei tweet che fan passare la voglia. Anche perchè non solo ci si corica più tardi, ma molto spesso (lo fa il 46% del campione) si va a letto in compagnia del proprio smartphone per leggere, navigare e chattare: un’abitudine pericolosa, in grado di spegnere la passione anche nelle coppie più affiatate. E non solo, in grado anche di provocare guai ben più gravi alla salute, come raccontato su Focus.
Nemmeno l’età sembra essere una discriminante: il 66% degli intervistati under 30 ha dichiarato di twittare o accedere a Facebbok dal letto.

Rimorchiare con il cell. Eppure lo smartphone sembra essere un ottimo strumento per fare nuove conoscenze. Forse anche troppo.
Uno studio, questo sì serio e scientifico, recentemente condotto dall’APHA (American Public Health Association) ha evidenziato come gli adolescenti americani che accedono abitualmente a Internet dallo smartphone, abbiano un maggior numero di partner sessuali occasionali conosciuti in rete rispetto a chi si collega solo dal PC. Questa maggior promiscuità si traduce in un maggior numero di rapporti di non protetti e, di conseguenza, in una più alta incidenza – circa una volta e mezza – delle malattie sessualmente trasmissibili.

11 Ottobre 2017 Niente sesso, siamo hi-tech.

Niente sesso, siamo hi-tech.

In futuro il sesso perderà le finalità riproduttive e i bambini nasceranno in provetta e dopo attenta selezione…è uno scenario credibile?

Il sesso: tempo venti o trent’anni non servirà più, almeno non per fare figli. A formulare la triste previsione è Hank Greely, esperto di genetica e neuroscienze all’Università di Stanford.

Secondo l’illustre accademico nel giro di qualche decennio le coppie si limiteranno a scegliere l’embrione da fare nascere tra quelli creati in provetta a partire dal loro DNA, estratto direttamente dalle cellule staminali.

La selezione, sostiene Greely, permetterà non solo di debellare malattie genetiche e malformazioni, ma progressivamente si estenderà a varie caratteristiche: il colore degli occhi, l’altezza, la tipologia di fisico e, perché no, le facoltà intellettuali.

Saremo quindi in grado di determinare a priori l’intelligenza del nascituro? Secondo Greely, in parte sì. Potrebbe cioè essere possibile prevedere che un determinato embrione avrà, per esempio, il 60% di possibilità di raggiungere una certa fascia di quoziente intellettivo.

TRA ETICA E FANTASCIENZA. Le implicazioni etiche di un simile scenario sono evidenti: il rischio è quello di creare una società analoga a quella immaginata da Aldous Huxley negli anni ‘30 del secolo scorso, nel romanzo Il mondo nuovo. Nel futuro distopico raccontato da Huxley i bambini sono “prodotti artificiali”, con intelligenza e caratteristiche fisiche definite in base al lavoro a cui sono predestinati.Il nostro futuro non sarà così drammatico, ma l’editing del DNA attraverso tecniche come la CRISPR e la selezione degli embrioni sono realtà già oggi. Si tratta solo di perfezionare le metodologie, inizialmente per permettere di avere figli alle coppie che non possono concepire.

10 Ottobre 2017 È normale pensare sempre al sesso?

È normale pensare sempre al sesso?

Succede anche ai vermi. Succede ai pesci. Succede a tutti gli animali che si riproducono per via sessuata. E succede soprattutto ai maschi. Il chiodo fisso dell’accoppiamento è, entro un certo limite, del tutto naturale.

Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature ne ha anche spiegato (alcuni dei) meccanismi di base. In particolare, è stato identificato un gruppetto di neuroni presenti solo nel cervello dei maschi con il compito preciso di ricordare costantemente l’imperativo biologico della riproduzione, anche a spese di quello, non meno importante, dell’alimentazione.

NELLA “TESTA” DI UN VERME. La ricerca lo ha mostrato nel cervello del Caenorhabditis elegans, un verme con relativamente pochi neuroni. E lo ha fatto puntando il dito sui cambiamenti che avvengono durante la maturazione sessuale: «questi cambiamenti rendono i maschi più inclini a ricordare gli incontri passati e a considerare il sesso una priorità», hanno spiegato gli autori. Però non significa che pensieri e comportamenti sessuali esuberanti siano sempre “normali”.

QUANTE VOLTE FIGLIOLO? Una ricerca americana di qualche tempo fa aveva calcolato una frequenza media di pensieri legati al sesso pari a 19 al giorno per i maschi e 10 al giorno per le femmine. Ma anche, per i maschi, 18 al giorno per il cibo e 11 al giorno per il sonno. Se questa è una misura media, ne segue che cinquanta, cento pensieri di matrice sessuale al giorno sono davvero un po’ troppi.

10 Ottobre 2017 Il sesso non è sport.

Il sesso non è sport.

Una ricerca canadese chiarisce definitivamente la questione: il sesso, purtroppo, non fa dimagrire.

Pranzi luculliani e aperitivi non stop. Tra una portata e l’altra, una domanda sorge spontanea: ci sarà un modo piacevole per smaltire tutte queste calorie in eccesso?
Anthony D. Karelis, insegnante di scienze motorie all’Università del Quebec di Montreal ha deciso di affrontare la questione in modo scientifico e ha recentemente conlcuso un singolare studio volto a quantificare il dispendio energetico dell’attività sessuale.

Che piacere far la cavia
Karelis e i suoi colleghi hanno selezionato 21 coppie eterosessuali e hanno chiesto loro di correre per 30 minuti su un tapis roulant in modo da poter misurare con precisione la quantità di calorie consumata. Hanno poi consegnato alle coppie un bracciale in grado di misurare il consumo energetico delle varie attività e le hanno rimandate a casa chiedendo loro di avere almeno un rapporto sessuale a settimana per un mese indossando l’ apparecchio.
Insieme al bracciale hanno fornito anche un questionario dove ogni coppia doveva annotare gli effetti psicologici, in termini di benessere, suscitati da ogni rapporto in confronto alla corsa sul tappeto.

Delusi?
I risultati dello studio non sono stati entusiasmanti, almeno dal punto di vista del fitness: in media un rapporto sessuale implica un consumo energetico di 4 calorie al minuto per gli uomini e 3 per le donne, come una passeggiata in collina o un doppio a tennis a ritmo blando, meno della metà rispetto a quelle bruciate con una corsetta a bassa intensità della stessa durata.

Dal punto di vista della soddisfazione invece il 98% dei partecipanti al test ha dichiarato di sentirsi molto meglio dopo il sesso piuttosto che dopo il running. «L’altro 2% – conclude ironicamente il ricercatore – probabilmente si cercherà un nuovo partner quanto prima».

10 Ottobre 2017 Perchè capita di piangere dopo il sesso?

Perchè capita di piangere dopo il sesso?

Ci sono frangenti durante i quali faremmo volentieri a meno delle lacrime. Uno di questi è il sesso, o meglio il momento che viene subito dopo l’orgasmo. Può però succedere che proprio allora si venga colti dalla post-coital tristesse (tristezza post coito), un’emozione talmente intensa che può sfociare in un pianto dirotto, e che è più comune di quanto si creda.

LA RICERCA. Uno studio condotto da Robert D. Schweitzer della Queensland University of Technology (Australia) ha infatti trovato che il 46% delle donne ha avuto questa esperienza almeno una volta nella vita.

RITORNO ALLA REALTÀ. Le cause del fenomeno, che non affonda le radici in traumi o in frustrazioni sessuali, sono ancora da comprendere appieno, ma sembra che la componente fisiologica giochi un ruolo importante: gli ormoni del benessere, come l’ossitocina e le endorfine, calano bruscamente dopo l’orgasmo, provocando un senso di abbattimento.

Più sfumata e ancora da indagare è la componente psicologica: si ipotizza che la tristezza post coito possa arrivare quando l’esperienza è stata così intensa che “romperla” provoca malinconia.