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17 Novembre 2017 Carlo Verdone, buon compleanno

Carlo Verdone, buon compleanno

Auguri a Carlo Verdone che oggi compie 67 anni.

Carlo Gregorio Verdone (Roma, 17 novembre 1950) è un regista, attore e sceneggiatore italiano.

Gia’ da bambino ha modo di avvicinarsi al mondo del cinema grazie a suo padre , Mario Verdone, celebre storico del cinema, docente universitario, studioso delle avanguardie storiche, a lungo dirigente del Centro Sperimentale di Cinematografia e amico intimo di personalità tra le più affermate dell’epoca, quali Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Alessandro Blasetti, Franco Zeffirelli, Michelangelo Antonioni, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica.

Insieme al fratello minore Luca si diverte il sabato sera a proiettare film sperimentali per amici e parenti, proiezioni dedicate soprattutto ai capolavori felliniani e del neorealismo.

Nel 1971 realizza con una videocamera vendutagli da Isabella Rossellini per 70.000 lire un cortometraggio intitolato ”Poesia solare” (della durata di 20 minuti ca.), influenzato dalla cultura sessantottina e psichedelica del tempo, e dalla musica dei Pink Floyd e dei Grateful Dead .

Nel 1972 gira un altro cortometraggio dal titolo ”Allegoria di primavera”, seguito nel ’73 da ”Elegia notturna”; entrambe sperimentazioni influenzate dalla visione di rassegne dell’underground americano presentate al Filmstudio di Roma di quegli anni. Successivamente i tre cortometraggi , girati in super-8, sono stati smarriti, probabilmente all’interno dei magazzini della RAI.

Nel 1972 Carlo si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia e, nel 1974, si diploma in regia cinematografica, sotto la presidenza di Roberto Rossellini. Il saggio di diploma s’intitola ”Anjuta”, ispirato a una novella di Cecov, con la partecipazione di Lino Capolicchio (all’epoca gia’ attore affermato), Christian De Sica, Giovannella Grifeo e Livia Azzariti.

Nello stesso periodo inizia un’esperienza di animatore- burattinaio presso l’Opera dei Burattini di Maria Signorelli. Emergono tutte le sue doti vocali e il talento per le imitazioni, fino ad allora note solo ai familiari e ai compagni di classe del liceo Nazareno di Roma, che ascoltavano con piacere le imitazioni dei professori.

Durante gli studi universitari alla Sapienza di Roma (in cui si laurea in Lettere moderne nel 1977 con una tesi dal titolo “L’influenza della letteratura italiana nel cinema muto “) inizia la sua prima esperienza di attore con il ”Gruppo Teatro Arte” diretto dal fratello Luca.

Una sera si trova a dover sostituire alcuni attori malati, interpretando così ruoli diversi e dando prova del suo virtuosismo come attore-trasformista.

La strada che lo porta ad affermarsi nel campo della regia inizia, come per tutti, con incarichi di assistente volontario, per poi approdare all’aiuto regia.

Nel 1974, oltre a lavorare sul set del film come secondo aiuto regista, compare in ”Quel movimento che mi piace tanto” di Franco Rossetti, classica commedia erotica italiana (molto in voga negli anni ’70) con l’immancabile Renzo Montagnani; inoltre, Carlo svolge qualche altro lavoro nell’assistenza alla regia con Zeffirelli e cura la regia di alcuni documentari didattici per la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La svolta arriva nel 1977 con lo spettacolo ”Tali e quali”, in scena al teatro Alberichino di Roma, in cui interpreta dodici personaggi, che appariranno più tardi sia nella fortunata serie televisiva ”Non stop” (in onda su RAI1 nei primi mesi del 1978) che nei suoi primi film.

Un incontro fondamentale per la carriera di Carlo è quello con Sergio Leone, da cui nasce, oltre che al film d’esordio ”Un Sacco Bello ” e il seguente “Bianco ,Rosso & Verdone” la collaborazione con gli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi.

Carlo si sposa nell’agosto del 1980 con Gianna Scarpelli, dalla quale ha avuto due figli: Giulia, nata nel gennaio 1986, e Paolo, nell’ottobre 1987.

Nel corso della sua carriera Carlo ha lavorato con diversi produttori, da Mario e Vittorio Cecchi Gori, alla Warner Bros, alla Medusa, alla Titanus, prima di firmare l’attuale contratto con Aurelio e Luigi De Laurentiis.

Con la morte di Leo Benvenuti e di Piero De Bernardi, Carlo inizia una collaborazione fissa con lo sceneggiatore Pasquale Plastino, spesso con il supporto di Francesca Marciano.

Dal 1979 al 2014 sono venticinque le pellicole scritte, dirette e interpretate da Carlo, compreso il grande omaggio ad Alberto Sordi, dal titolo “Alberto il Grande”, con la co-regia del fratello Luca Verdone. Nelle vesti di solo attore ha partecipato invece ad altri dieci film, da “In viaggio con papà” di Alberto Sordi a “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino.

Tra le caratteristiche conosciute di Carlo vi è quella di aver diretto un numero considerevole di attrici italiane, esaltandone ai massimi livelli le potenzialità. Quasi tutte hanno ottenuto nei suoi film premi prestigiosi, quali i David di Donatello e i Nastri d’Argento.

In campo teatrale Carlo ha curato due regie liriche di grande importanza: “Il Barbiere di Siviglia”, nel 1991, e “La Cenerentola” nel 2012 (in diretta televisiva mondovisione) di Gioacchino Rossini.

La lunga carriera di Carlo è stata celebrata nel 2013 dal documentario “Carlo!”, diretto da Fabio Ferzetti e Gianfranco Giagni, presentato al Festival di Roma e uscito in DVD nello stesso anno.

16 Novembre 2017 La pornografia rivolta alle donne è differente?

La pornografia rivolta alle donne è differente?

Niente trame maschiliste ma scambi di piacere tra i partner.

Esiste un intero filone di pellicole a luci rosse pensato per un pubblico femminile, anche se i numeri sono risibili rispetto ai prodotti tradizionali destinati al pubblico maschile.

Che caratteristiche ha il porno rosa? Innanzi tutto i film seguono una trama, benché mirata al rapporto sessuale, e i dialoghi sono più elaborati.

Le sceneggiature sono verosimili e realistiche, danno spazio all’umorismo, alle emozioni e alla sensualità. Le attrici sono belle ma poco o niente siliconate, gli uomini gradevoli (né brutti né troppo palestrati).

Le protagoniste non sono lolite da sedurre e non sono oggetti nelle mani del partner. Quindi: niente trame maschiliste, ma protagoniste sempre consenzienti e soprattutto sesso orale solo se reciproco (non un servizio della donna per l’uomo). E ancora, banditi i dettagli anatomici e le zoomate grottesche. Il tutto girato in ambienti decenti, arredati con gusto e illuminati da luci soft: squallore e fari da sala operatoria sono banditi.

16 Novembre 2017 Chi si sveglia presto è più infedele

Chi si sveglia presto è più infedele

Una ricerca dimostra che chi è mattiniero tende ad essere più disonesto e infedele la sera.

Una ricerca realizzata nella Harvard University da un gruppo di psicologi rivela che chi si sveglia presto la mattina avrebbe la tendenza a comportarsi in modo moralmente scorrettola sera.

Le nostre scelte etiche, infatti, sono strettamente collegate all’orologio biologico, dunque le persone tendono a comportarsi più correttamente nelle ore allineate al proprio orologio interno.

 

Chi è mattiniero, dunque, tenderebbe ad essere più onesto nelle ore mattutine, mentre chi solitamente va a dormire tardi la sera avrebbe il suo picco di onestà nelle ore notturne. La ricerca ha coinvolto oltre 200 soggetti che non sapevano il reale motivo dello studio.

Il risultato del test è chiaro: chi è al di fuori della propria “fascia ideale” della giornata tende ad essere più disonesto. Questa scoperta può essere importante per i luoghi di lavoro nei quali vengono effettuate scelte etiche o lavori in cui vi sono dei turni.

16 Novembre 2017 Tutto sull’Assault Air Bike, il nuovo allenamento di tendenza

Tutto sull’Assault Air Bike, il nuovo allenamento di tendenza

Il workout che aiuta a trasformare il corpo con pedalate faticose

L’Assault Air Bike, nuova tendenza del fitness già popolarissima a livello internazionale, combina contemporaneamente – in modo efficace – un allenamento ad alta intensità per la parte superiore e per quella inferiore del corpo, bruciando così calorie su calorie.
Brevi allenamenti da 26 minuti ciascuno che contribuiscono a cambiare in poco tempo la forma fisica. A differenza del ciclismo su strada o della cyclette da palestra, infatti, come spiega Fitness Trend, questa disciplina utilizza un dispositivo che collega i pedali della bicicletta a una sorta di grossa ventola – tipo quella dei ventilatori domestici, per intenderci – che oppone, al lavoro delle gambe, la resistenza generata dall’aria attraverso le pale mano a mano che la velocità aumenta, così, più forte si pedala, più difficile e faticoso diventa pedalare. E di conseguenza, la quantità di calorie bruciate è maggiore.

Inoltre, mentre gli arti inferiori lavorano a pieno ritmo per azionare questa cyclette a ventola, e per tenerla in funzione senza perdere velocità nonostante – appunto – l’aria funga da resistenza naturale, la parte superiore del corpo – torace, schiena, braccia e addominali – è alle prese con un manubrio a maniglie, che vanno spinte e tirate avanti e indietro per generare ancor più potenza e velocità.

“Inoltre, quando si parla di Air Bike, riscaldamento e defaticamento sono compresi nell’allenamento, quindi non si perde tempo né all’inizio, né alla fine del training – spiega al sito web Shape.com Ian Armond di Basecamp Fitness, centro noto per i programmi HIIT di Assault Air Bike – e non esiste un livello di sforzo che la bici non possa sostenere: la percentuale di calorie che l’utente può bruciare è potenzialmente infinita”.

L’Air Bike, in definitiva, consente due tipologie di allenamento: la prova di resistenza, oppure (e ancor meglio), l’allenamento a intervalli ad alta intensità.

“È un training davvero impegnativo, che in qualche modo diviene più intenso mano a mano che i muscoli si abituano allo sforzo, quindi la sfida è costante – racconta Armond – a volte ci si sentirà esausti ma è proprio questo il punto: la bici aiuta a bruciare il grasso e a sviluppare la massa muscolare proprio perché spinge chi la utilizza continuamente al di là della sua soglia di conforto, di familiarità, e sprona a dare sempre di più. In modo che non sia possibile ‘abituarsi’ allo sforzo, ma al contrario sia necessario superare sempre i propri limiti”.

15 Novembre 2017 Novembre 1984: il brano “I Just Called To Say I Love You” di Stevie Wonder #1 delle hitchart

Novembre 1984: il brano “I Just Called To Say I Love You” di Stevie Wonder #1 delle hitchart

I Just Called to Say I Love You è un brano musicale scritto, prodotto e cantato da Stevie Wonder come parte della colonna sonoradel film del 1984 La signora in rosso. Il brano è una ballata romantica abbastanza ritmata, in cui l’autore descrive come qualunque giornata ordinaria può diventare magica, se si confessano i propri sentimenti alla persona amata.

Si tratta di una delle canzoni più “semplici” di Stevie Wonder, lontana dalle sperimentazioni anni ’70, e pienamente in linea con lo stile anni ’80, fatto di sintetizzatori e drum machine. Per questa ragione, il brano non fu apprezzato dalla critica musicale alla sua uscita, anche se il pubblico premiò il disco, rendendolo uno dei maggiori successi del cantante.

La canzone rimase in vetta alla Billboard Hot 100 per tre settimane, dal 13 ottobre 1984, diventando anche il primo, ed unico, singolo di Wonder in testa alla classifica Inglese, dove invece rimase per ben sei settimane. Fra gli altri riconoscimenti della canzone vanno ricordati un Golden Globe ed un oscar per la migliore canzone.

È in corso una disputa legale fra Stevie Wonder ed il suo ex collaboratore Lee Garrett, sui diritti del brano I Just Called to Say I Love You. Garrett infatti dichiara di aver scritto la canzone anni prima della sua pubblicazione, avvenuta nel 1984.

La canzone utilizza un campionamento di (Sittin’ on) the Dock of the Bay di Otis Redding del 1968.

https://www.youtube.com/watch?v=QwOU3bnuU0k

Classifica del 15/11/1984

  1. I Just Called To Say I Love You – Stevie Wonder
  2. Smalltown Boy – Bronski Beat
  3. People From Ibiza – Sandy Marton
  4. Forever Young – Alphaville
  5. Sound Like A Melody – Alphaville
  6. Ci vorrebbe un amico – Antonello Venditti
  7. The War Song – Culture Club
  8. Kalimba de luna – Tony Esposito
  9. Miraggi – Miguel Bosè
  10. Such A Shame – Talk Talk
15 Novembre 2017 Dormi troppo? Sei un genio in matematica

Dormi troppo? Sei un genio in matematica

Dormi troppo? Niente paura, da ora potrai vantarti di essere più bravo in matematica e lingue.

Sei tra coloro che amano dormire fino a tardi la mattina, rilassandosi per ore ed ore sotto le coperte al caldo fissando il soffitto? Nessuna paura, una scoperta scientifica dimostra che hai delle doti non comuni.

Secondo i ricercatori della McGill University, infatti, esisterebbe uno stretto rapporto tra le ore di sonno che una persona fa ogni giorno ed il suo rendimento scolastico. Poche ore di sonno calerebbero drasticamente il rendimento (si parla di circa il 14%), soprattutto in matematica e nelle materie linguistiche.

“Nella grande maggioranza dei casi, analizzando il rendimento scolastico di un bambino a scuola non si considera il numero di ore di riposo, si tratta di un gravissimo errore” dichiara uno dei ricercatori. La percentuale di peggioramento varia in base alle materie poiché ciascuna richiede differenti capacità.

Dunque se si dorme di più si otterranno con molta più facilità dei buoni risultati. Ovviamente dormire in modo corretto determina, oltre a quelle che abbiamo già elencato, altre conseguenze positive.

15 Novembre 2017 Cheese e Bubble tea, le nuove bevande trend sono Te’ al formaggio o con perle di gelatina

Cheese e Bubble tea, le nuove bevande trend sono Te’ al formaggio o con perle di gelatina

Dall’Oriente la moda arriva in Usa e a Londra, è instagram-friendly

15 Novembre 2017 Antonella Ruggiero, buon compleanno

Antonella Ruggiero, buon compleanno

Auguri ad Antonella Ruggiero che oggi compie 65 anni.

Antonella Ruggiero (Genova, 15 novembre 1952) è una cantautrice italiana.

Artista dal repertorio eterogeneo per cultura e provenienza, Antonella Ruggiero si distingue per un’elevata estensione vocale, che le permette di passare dal registro pop a quello liricodi soprano leggero, passando per la musica sacra, jazz, musica popolare, tango, musica corale e bandistica, musica classica e contemporanea.

È stata tra i membri fondatori nel 1975 del gruppo dei Matia Bazar, a cui ha dato il nome e con cui ha raggiunto la fama in Italia e nel mondo.

Nel 1989 lascia i Matia Bazar e inizia la propria carriera da solista nel 1996.

15 Novembre 2017 Dino Distefano: genio informatico biancavillese

Dino Distefano: genio informatico biancavillese

L’Informatico siciliano e Facebook

Ancora un altro talento nostrano salito alla ribalta: stiamo parlando di Dino Distefano, nato a Biancavilla, in provincia di Catania e genio informatico sempre più in ascesa.

Matematico, logico e informatico, quarto figlio di un professore di francese con il pallino per la pittura, Dino Distefano, classe ’73, si appassiona alla  matematica e all’informatica sin dai primissimi anni della sua vita. Alle scuole medie comincia ad emergere il suo talento per i calcoli: a tredici anni inventa un database, un archivio per catalogare i libri di casa sua. Si iscrive poi all’Istituto di Ragioneria, con specializzazione in informatica. Dopo le superiori, decide di spostarsi dalla Sicilia per frequentare la facoltà di Informatica all’Università di Pisa. Un percorso di studi eccelente: risiedendo come intermezzo un anno in Olanda grazie all’Erasmus, Dino è riuscito a  laurearsi in 4 anni e mezzo. La sua tesi di laurea verte sulla semantica dei linguaggi di programmazione, ovvero le fondamenta stesse dei programmi e dei software che utilizziamo quotidianamente.

Distefano tenta poi la strada con la ricerca universitaria. Al concorso per un posto di dottorato a Pisa, Dino viene escluso. Tenta allora la carta dell’estero: invia il proprio curriculum all’Università di Twente (Paesi Bassi) e all’Università di Stoccolma (Svezia) e viene selezionato da entrambe, ma la scelta dell’informatico catanese ricade sull’istituto accademico orange. Qui, nel corso del suo dottorato di ricerca, rafforza le sue basi concettuali sul funzionamento degli algoritmi e lo sviluppo dei software, arrivando a realizzare dei modelli per la creazione di programmi in grado di spulciare il linguaggio sorgente di altri software e individuare eventuali bug ed errori.

L’occasione della sua vita arriva poco dopo: nel novembre 2003 si presenta nello studio del professor Peter O’Hearn, docente dell’University College of London e tra i maggiori esperti di sviluppo software in ambito universitario. Dopo un confronto serrato, Dino Distefano ottiene il posto da ricercatore postdoc e nel marzo 2004 inizia la sua nuova avventura.

A Londra Dino Distefano incontra Cristiano Calcagno, altro informatico italiano emigrato all’estero. Il sodalizio funziona: i due portano avanti progetti del ricercatore catanese riguardanti programmi e software di controllo di altri software. Articoli e paper accademici su alcune delle più importanti riviste internazionali si susseguono a ritmo forsennato, facendo sì che molte aziende inizino a interessarsi alla loro idea. Distefano e Calcagno decidono di dare vita alla startup Monoidics e registrare il marchio Infer, nome che contraddistingue il loro programma. Il successo è immediato: a Infer si interessano alcuni dei marchi più noti del mondo dell’industria, ma non solo. Nel 2013 Mark Zuckerberg bussa alla porta di Monoidics e acquista la startup e il suo Infer per testare e controllare nuove programmi e servizi Facebook prima che siano rilasciati ufficialmente. Con il suo lavoro e il suo software,Distefano ha permesso a giganti dell’industria aeronautica e automobilistica come Airbus, Toyota e Mitsubishi di realizzare programmi e software di controllo con un minor numero di falle e bug. Insomma, se le auto che guidiamo ogni giorno e gli aerei che decollano da tutti gli aeroporti del mondo sono più sicuri, è anche merito suo. Un lavoro che gli è valso diversi riconoscimenti e premi internazionali oltre che attenzioni dei big del mondo dell’informatica e dell’hi-tech. Ha inventato il software dei software, il “vaccino” che impedisce ai sistemi informatici di paralizzarsi.

In Inghilterra lo Stato gli affida pure una borsa per un progetto personale e due ricercatori. Da lì in poi un successo dopo l’altro: ottiene a 39 anni la cattedra di professore ordinario d’Informatica alla Queen Mary University.

Nel 2013 lo scienziato catanese riceve il Roger Needham Award, da molti considerato alla stregua del Premio Nobel per l’informatica: si tratta, di un premio assegnato all’informatico che si è maggiormente distinto entro 10 anni dall’ottenimento del Dottorato di ricerca. Nel 2014, invece, viene premiato con la Silver Medal dalla Royal Academy of Engineering, un riconoscimento dato a ricercatori per il loro contributo scientifico commercializzato con successo.

Una parabola in continua salita per questo genio siciliano che ci auguriamo voglia ritornare nella nostra isola, magari per formare tanti altri giovani talenti.