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21 Novembre 2017 Flash Sport, Campionato di Promozione Girone “D”: intervista al mister del Misterbianco Di Maria dopo la vittoria in trasferta sul Rinascitanetina.

Flash Sport, Campionato di Promozione Girone “D”: intervista al mister del Misterbianco Di Maria dopo la vittoria in trasferta sul Rinascitanetina.

Flash Sport, Campionato di Promozione Girone “D”: intervista a mister del Misterbianco Di Maria dopo la vittoria in trasferta sul Rinascitanetina.

Per Sport Flash risultati e classifica Campionato Promozione Girone “D”

21 Novembre 2017 Per Renzo Arbore: ”Il jazz è stato inventato dai siciliani”

Per Renzo Arbore: ”Il jazz è stato inventato dai siciliani”

“Il jazz è nato in Sicilia e il primo disco jazz l’ha inciso negli Stati Uniti Nick la Rocca da Salaparuta”, questo è quanto sostengono alcuni storici e quanto sostiene anche un signore della musica come Renzo Arbore, da anni grande difensore del jazz italiano, per farci scoprire che la musica americana per eccellenza ha origini siciliane. A supportare questa idea è Da Palermo a New Orleans. E fu subito Jazz, un documentario scritto da Renzo Arbore e Riccardo Di Blasi, che rivela una storia poco nota ed estremamente affascinante: quella del figlio di Girolamo La Rocca, un ciabattino siciliano emigrato a New Orleans da Salaparuta (Trapani) insieme ad altre migliaia di compaesani, ai tempi in cui l’America, dopo aver comprato la Louisiana dai francesi, regalava la terra ai contadini disposti a coltivarla. A Salaparuta il ciabattino faceva parte della banda di paese in cui suonava un cornetto che arrivò con lui fino a Crescent City. Il figlio, James Dominick, amava rubare quel cornetto al padre ed esercitarsi per lunghe ore. Papà Girolamo, contrario alle aspirazioni musicali del giovane che voleva medico, non visse abbastanza per vedere suo figlio inventare il jazz. Il mondo, tuttavia, si accorse presto di lui. Nel 1909, a New Orleans, James Dominick La Rocca formò la prima orchestra jazz. Lo chiamavano “Nick” La Rocca”, come racconta anche Louis Armstrong. La Rocca e la sua band, la Original Dixieland Jass Band (poi diventata Original Dixiland Jazz Band) con una formazione inusuale e ritmi sincopati, ebbero un enorme successo e portarono quel nuovo e dirompente genere in giro per gli USA e l’Europa. Con lui nella Original Dixieland Jazz band, c’era un altro siciliano, Tony Sbarbaro. Il 26 febbraio 1917, si incideva il primo disco al mondo nella storia del jazz.

La storia della musica ha poi dimenticato il contributo di questo straordinario artista e il jazz viene considerato musica quasi esclusivamente nera, ma ha matrice italiana. Inoltre, come ricorda Joe Maselli, direttore del American-Italian Museum,: “Al tempo neri e siciliani stavano sempre insieme”.

La Rocca non è l’unico siciliano ad essersi cimentato con questo nuovo genere musicale. La lista è lunga e i cognomi parlano chiaro: i primi jazzisti di New Orleans erano tutti siciliani. Tra questi il più famoso è forse Louis Prima, anche lui originario di Salaparuta, che nelle sue canzoni mescolava dialetto e inglese e che, qualche anno dopo La Rocca, rese celebre il genere conosciuto come jive.

“L’origine siciliana del jazz è ancora molto poco conosciuta e avvolta nel mistero – ha detto Renzo Arbore in occasione della proiezione del docufilm– ed è difficile stabilire che cosa ci sia nella cultura siciliana che ha portato quei musicisti a creare un genere così innovativo”. Forse sono le melanzane-scherza Arbore-forse è la naturale musicalità della nostra lingua. O forse tutto dipende dal fatto che, come ipotizza il jazzista americano Ben Sidran, se si dice che il blues è quella musica che ti fa sentire bene quando stai male, gli italiani sono da sempre maestri in questa arte.

Possiamo dire che nella nostra storia, oltre che aver dato inizio alla lingua italiana, aver dato i natali a grandi scrittori, poeti, ed artisti, possiamo anche dirci fautori del jazz.

20 Novembre 2017 Il vulcano Etna visto dallo spazio dalle foto dell’ astronauta italiano Nespoli.

Il vulcano Etna visto dallo spazio dalle foto dell’ astronauta italiano Nespoli.

Gli ultimi scatti dell’ astronauta Nespoli  riguardano il Sud Italia e la Sicilia, proponendo le immagini della costa catanese con il vulcano Etna imbiancato.

La foto propone uno spicchio di Sicilia, con il suo mare , e l’Etna  coperta da un ‘cappello’ bianco. Si distingue anche il pennacchio di fumo che sale dal Cratere Centrale e che il vento trascina verso il mare. Nespoli, da qualche mese, fotografa l’intera penisola italiana,  e condivide il tutto sui suoi profili social, accompagnando ogni post con la scritta “Buongiorno, Italia!”

20 Novembre 2017 La calvizie? Tutta colpa della barba!

La calvizie? Tutta colpa della barba!

Secondo una ricerca canadese la colpa della calvizie sarebbe da attribuire alla barba!

La perdita dei capelli è molto comune, riguarda infatti il 58% degli uomini oltre i 50 anni. Nonostante molti decenni di ricerche e studi, la soluzione definitiva a questo problema non è ben chiara. Così come non è ben chiaro il motivo per cui i capelli cadono.

Una nuova ricerca scientifica della canadese Université Laval ha recentemente affermato che la causa di tutto è la barba. Gli uomini diventerebbero calvi per compensare il calore trattenuto dalla crescita della barba. Non conta se la barba è lasciata crescere o meno, quanto la densità dei follicoli piliferi.

Tagliarsi la barba, in poche parole, non risolverebbe il problema. Possono esserci alcune eccezioni ma un calcolo probabilistico dimostra che tanto più un uomo ha la barba folta, quanto più soffrirà di perdita di capelli.

Negli uomini il tasso di evaporazione del sudore è più elevato sulla fronte piuttosto che sulle guance, nelle donne e nei bambini, invece, questo tasso è pari tra guance e fronte. Questo dimostra che, la presenza di barba, crea una sorta di pressione perché la dispersione di temperatura avvenga in altre parti della testa, causando calvizie.

20 Novembre 2017 Navi, festival, città: i luoghi solo per nudisti

Navi, festival, città: i luoghi solo per nudisti

Non solo spiagge e ristoranti, ma anche villaggi e zone franche nelle metropoli: i luoghi dove si può restare senza vestiti senza incorrere nella legge. E secondo gli psicologi…

L’inverno (forse) non è la stagione giusta per pensare al nudismo. Ma per chi segue la filosofia naturista, freddo o caldo poco importa: l’importante è liberarsi da abiti e costrizioni e mostrarsi agli altri “nature”, cercando di conquistare più spazi possibili. Non solo spiagge e club, ma anche…
NAVI. Come quelle di eWaterways e Bare Necessities, specializzate in crociere naturiste. Il vantaggio è che in questo caso si viaggia… con bagaglio leggero.

AREE PROTETTE. In Germania, dove il nudismo è nato (o rinato) alle fine dell’800, resistendo persino all’oscurantismo nazista, esistono vere e proprie aree nudiste all’interno delle città: sono le Nackt-Zonen, dove la nudità pubblica è legalizzata. Nella sola città di Monaco ce ne sono 6 e perlopiù ci si va d’estate per prendere il sole.

VILLEGGIATURA. Nella città balneare di Cap d’Agde (Francia) c’è un intero villaggio dove dai primi anni ’70 l’abbigliamento è opzionale: la zona destinata al naturismo si affaccia su 2 km di spiaggia ed è completamente autonoma e dotata di alberghi, negozi, porticciolo e finanche ufficio postale e banche dove si può andare in giro nudi.

FESTIVAL. Burning Man non è il solito festival di musica: è un evento di 8 giorni che ogni anno dal 1986 prevede la costruzione estemporanea di una comunità nel Black Rock Desert in Nevada (USA), dedicata all’espressione di sé. Arrivano migliaia di visitatori da tutto il mondo per immergersi in un clima estatico di arte e musica, dove l’abbigliamento diventa spesso facoltativo, anche per via del caldo torrido del deserto. Ma più che ai corpi nudi, comunque ben accetti e davvero frequenti, il Burning Man inneggia a quelli dipinti dai body artist o abbigliati in modo creativo (e stravagante).

GARE. Nudi in spiaggia, d’estate, è facile. Ma è quando il gioco si fa duro che si riconoscono i veri nudisti: il campionato di slittino nudi si svolge a febbraio sulla neve di Altenberg, in Germania, e i partecipanti possono indossare solo stivali, guanti e un capo di biancheria intima. Il vincitore riceve un premio di circa 1.000 euro.

NUDI ALLA META (PER PROTESTA). Le World naked bike ride o corse in bicicletta nudi sono nate in Canada all’inizio degli anni 2000 come forma di protesta contro la guerra e, poi, anche contro l’inquinamento urbano e la dipendenza dal petrolio. L’attenzione dei media ha fatto sì che si diffondessero presto in altre metropoli come Londra (in foto), con più o meno problemi legali.

AL RISTORANTE. L’ultimo ristorante nudista ad aver aperto è O’naturel a Parigi. Ma ristoranti nudisti in Europa esistevano già a Londra e a Madrid: dai clienti ai camerieri, a eccezione degli chef (forse) sono tutti nudi. Il ristorante, tra i luoghi più sociali, diventa così un’oasi in una metropoli dove le occasioni pubbliche per i nudisti sono scarse. E non c’è rischio di macchiarsi… i vestiti.

20 Novembre 2017 Flash Sport, Campionato di Serie D Girone I: intervista a mister Pagana dopo la vittoria contro Isola Capo Rizzuto.

Flash Sport, Campionato di Serie D Girone I: intervista a mister Pagana dopo la vittoria contro Isola Capo Rizzuto.

Il Girone I di Serie D è comandato dal Troina (miglior attacco con 30 reti) che sta dominando il campionato con 32 punti e viene da 13 risultati utili consecutivi (11 vittorie e 2 pareggi).

Sono 8 i punti di distacco, dopo la sofferta vittoria 2-1 contro i calabresi del Capo Rizzuto, sulla coppia Nocerina-Igea Virtus a 24 punti.

Per Flash Sport l’intervista al mister del Troina Peppe Pagana

 

 

 

19 Novembre 2017 È morto Malcolm Young, co-fondatore degli AC/DC

È morto Malcolm Young, co-fondatore degli AC/DC

Il componente della rock band si è spento ieri a Sidney all’età di 64 anni per problemi di salute. Nel 2014 si era ritirato dalle scene. L’annuncio della scomparsa sul sito del gruppo. Il fratello Angus: “Difficile esprimere a parole ciò che ha rappresentato per me”

Lutto nel mondo della musica: è morto Malcom Young, era nato a Glasgow il 6 gennaio 1953,  uno dei fondatori degli AC/DC. La notizia è stata comunicata anche sul sito della band, dove si legge che l’artista “soffriva di demenza da diversi anni” e che si è spento mentre la sua famiglia era al suo fianco. Young, che aveva 64 anni, viene descritto come un “compositore, performer, produttore e visionario che ha saputo ispirare molti”.

Il ricordo del fratello Angus

La morte di Young è stata annunciata anche sulla pagina Facebook degli AC/DC. “Con un’enorme dedizione e impegno era la forza dietro la band”, si legge nel post. L’artista era il fratello di Angus, celebre membro del gruppo che, proprio sul social network, ha detto: “Come fratello, è difficile dire a parole quello che lui ha significato per me durante la mia vita”. I due avevano fondato la rock band nel 1973. Fino al 2014 Malcolm era stato il chitarrista ritmico, poi aveva annunciato il ritiro per via dei suoi problemi di salute. A ottobre, era scomparso anche un altro dei fratelli Young: George. Aveva 70 anni ed era stato il produttore di alcuni dei primi album della band australiana.

 

 

19 Novembre 2017 Le donne danno più baci durante il ciclo

Le donne danno più baci durante il ciclo

Un recente studio dimostra una relazione nelle donne tra la voglia di baci e l’ovulazione.

Diversi studi hanno cercato di capire meglio le mutazioni di comportamento nelle donne durante il periodo dell’ovulazione: dalla diversa percezione degli uomini a delle diverse preferenze musicali.

Un nuovo studio si è però concentrato sull’atteggiamento nei confronti dei baci, che muterebbe durante il ciclo mestruale.

Secondo questo studio, infatti, nei giorni dell’ovulazione le donne darebbero maggiore importanza ai baci. Questo avverrebbe in modo inversamente proporzionale al livello di progesterone, ormone sintetizzato dalle ovaie e dal surrene.

Inoltre, in questo periodo, ci sarebbe anche una maggiore sensibilità all’alito dell’uomo, probabilmente a causa di una maggiore sensibilità dei feromoni stessi. La ragione di tutto questo è ancora sconosciuta: potrebbe essere un meccanismo per selezionare più accuratamente eventuali partner.

19 Novembre 2017 Arriva la marmellata alla birra

Arriva la marmellata alla birra

La geniale creazione fatta in casa di una donna americana che l’ha resa famosa nel mondo.

Lasciare un lavoro da archeologa per dedicarsi a tempo pieno ad un’azienda che fa marmellate e conserve fate in casa? E’ proprio ciò che ha fatto Nancy Warner, fondando l’azienda Potlicker.

Da qui un’idea geniale che l’ha resa famosa in tutto il mondo, creare una linea di marmellate alla birra. Il tutto è nato per caso: un giorno Nancy non aveva più frutta per fare le marmellate, a causa di un inverno particolarmente rigido, così ha pensato di provare ad usare la birra.

Dopo svariati esperimenti è riuscita a trovare gli ingredienti perfetti ed oggi la sua marmellata è richiestissima, al punto da produrne 3.000 barattoli la settimana. Dopo il successo delle sue marmellate alla birra ha dovuto creare una sede per la sua azienda, dotandola di cucine professionali.

E’ possibile trovare questa marmellata in diverse varianti di birra: Ale, IPA, Stout e molte altre. Tutte le marmellate sono analcoliche e più dolci della birra originale, dato che contengono zucchero di canna.