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26 Novembre 2017 Testa in gabbia per smettere di fumare

Testa in gabbia per smettere di fumare

Ibrahim Yucel ha deciso di rinchiudere la propria testa in una gabbia per smettere di fumare.
 Le avete provate tutte ma non riuscite proprio a smettere di fumare? Potreste fare come Ibrahim Yucel, un 42enne turco che ha deciso di farsi ingabbiare la testa pur di non toccare più una sigaretta.
Ibrahim fumava proprio come un turco, diversi pacchetti di sigarette ogni giorno. Ha così deciso a ricorrere a questo rimedio estremo ma evidentemente efficace.

La chiave della sua gabbia è custodita dalla famiglia, la forma della stessa sarebbe ispirata ai tipici caschi da moto. L’uomo sembra essere determinato e disposto a tutto pur di togliersi questo pericoloso vizio: suo padre, infatti, morì proprio a causa di un cancro ai polmoni.

Ibrahim ha fumato per ben 26 anni ed ha capito che, continuando così, anche lui si sarebbe ammalato. Ha quindi contattato diversi fabbri per la costruzione della gabbia, tutti però si sono rifiutati. L’uomo ha così deciso di costruirla da sé. Funzionerà?

26 Novembre 2017 Bambino trova marijuana nell’Happy Meal

Bambino trova marijuana nell’Happy Meal

Strana sorpresa nell’Happy Meal di un bambino, che ha trovato una pipa carica di marijuana!

Che il cibo dei fast food fosse poco salutare, lo sapevamo già. Questa volta, però, non sono calorie o strani ingredienti a far notizia, ma una pipa di marjuana trovata da un bambino a Toledo, nel Michigan.

Il piccolo, di soli sette anni, era stato portato dal nonno in un ristorante Burger King. La pipa carica di erba è stata trovata proprio dentro la scatola del “Kids Meal”.

L’uomo si è subito accorto che c’era qualcosa di strano nella scatola del nipote ed ha chiamato la polizia per denunciare l’accaduto. I dipendenti del ristorante sono stati interrogati e, ben presto, le forze dell’ordine hanno scoperto che la marijuana apparteneva ad uno di loro.

Si trattava di un ragazzo di ventitrè anni che, mentre lavorava, aveva deciso di nascondere la sua pipa già carica dentro una scatola del Kids Meal. Distrattamente, però, l’ha dimenticata, facendola finire direttamente in vendita!

26 Novembre 2017 Ragazza precipita e muore per scattarsi un selfie

Ragazza precipita e muore per scattarsi un selfie

Succede in Nuova Zelanda, dove una ventenne precipita dal secondo piano mentre scatta una foto acrobatica

Non è la prima volta che la vanità fotografica si rivela letale per una giovane vita.

La mania di apparire sui social chiede spesso un prezzo troppo alto a chi ne abusa, facendosi dominare da essa. È successo alla giovanissima Toni Kelly, originaria di Dargaville, in Nuova Zelanda.

Una ragazza ventenne come tante, allegra, vivace e piena di amici. La giovane Toni non avrebbe mai immaginato che la sua passione per i selfie si sarebbe rivelata fatale.

La situazione le è sfuggita di mano mentre cercava di realizzare la foto perfetta da condividere con i suoi follower. Un selfie acrobatico alla finestra è degenerato in una caduta dal secondo piano.

L’impatto al suolo è stato irreparabile, e Toni ha battuto la testa, riportando danni cerebrali irreversibili, secondo quanto comunicato dai medici che si sono occupati di lei, quando è stata ricoverata d’urgenza in ospedale.

La famiglia di Toni ha subito acconsentito alla donazione degli organi della ragazza ed è partita subito una raccolta fondi per il trasferimento della salma fino a Dargaville (sono stati raccolti 38mila dollari, circa 32mila euro).

«Questo è un momento tremendo per i genitori, sono assolutamente devastati. Piangiamo la scomparsa di una ragazza solare, gentile e piena di vita» ha dichiarato la zia della ragazza.

Una morte assurda, che ci fa riflettere sulle conseguenze sconcertanti di un fenomeno troppo diffuso nel nostro tempo: il dilagante bisogno di apparire, costi quel che costi.

26 Novembre 2017 Postare su Facebook fa bene alla salute

Postare su Facebook fa bene alla salute

Secondo uno studio, scrivere uno stato su Facebook aiuta a far sentire meno sole le persone.

Già da tempo si discute sull’utilità dei social network e sul loro impatto nella nostra vita: facilitano le relazioni o allontanano dalla realtà?

La questione è stata approfondita da uno studio pubblicato sul Social Psychologichal and Personality Science Journal, con lo scopo di verificare se gli aggiornamenti di stato su Facebook aumentino o diminuiscano la solitudine delle persone.

Da un lato la ricerca ha dimostrato come le amicizie reali siano sempre le più efficaci per la felicità delle persone. Eppure si è notato come anche postare regolarmente sui social network faccia bene all’umore.

Questo gesto, infatti, aiuta a ridurre la sensazione di solitudine, facendo sentire le persone più connesse agli amici. Questo sembra avvenire a prescindere dal fatto che ci sia o meno un feedback di qualunque tipo (commenti o mi piace) a quanto postato sui social.

26 Novembre 2017 Novembre 1991: oggi usciva l’ottavo album di Michael Jackson dal titolo “Dangerous”

Novembre 1991: oggi usciva l’ottavo album di Michael Jackson dal titolo “Dangerous”

Il 26 Novembre di 26 anni fa, usciva l’ottavo album da solista di Michael Jackson “Dangerous”.
Il disco ha venduto ben 60 milioni di copie (forse anche di più dopo la scomparsa di MJ) ed è frutto di un nuovo team di produzione.
Salutato Quincy Jones, che fino a quel momento lo aveva accompagnato nella produzione di “Off the Wall”, “Thriller” e “Bad”, Michael si afffidò a Bill Bottrell e Teddy Riley.
Un cambio deciso che poi lo portò a suoni innovativi nei successivi lavori “HIStory” e “Blood On The Dance Floor”.
Tante le canzoni uscite come singolo, la prima fu “Black or White”, poi arrivarono “Remember the Time”, “In the Closet”, “Jam”, “Heal the World” e “Will You Be There”.

26 Novembre 2017 Tina Turner, buon compleanno

Tina Turner, buon compleanno

Auguri a Tina Turner che oggi compie 78 anni.

Tina Turner, nome d’arte di Anna Mae Bullock (Nutbush, 26 novembre 1939), una cantante e attrice svizzera di originestatunitense, tra le più famose del pop rock internazionale. Per i suoi contributi a questo genere è considerata dagli anni sessantacome la “Regina del rock”.

La Turner nasce a Nutbush, vicino a Brownsville, nello stato del Tennessee. All’età di dieci anni canta già nel coro della chiesa della sua città, dove il padre, Richard, è pastore. Nel 1956 i genitori si separano; Anna Mae e la sorella Alline vanno a vivere a St. Louis. Qui incontra il musicista Ike Turner. Insieme registrano Little Ann nel 1958 e nel 1960, accompagnati dalle vocalist The Ikettes, A Fool in Love che ottiene subito un notevole successo giungendo ai primi posti nelle classifiche internazionali. Tina e Ike si sposano alla fine del 1960 a Tijuana, ma il matrimonio viene invalidato perché Ike non ottiene il divorzio dalla prima moglie. Comunque Tina prende il cognome di Ike. Dopo una serie di insuccessi, nel 1971 Proud Mary raggiunge il quarto posto nelle classifiche e diventa uno dei capisaldi del repertorio di Ike e Tina. Nel 1976 Tina si separa da Ike a causa del carattere violento dell’uomo e anche perché sotto il profilo musicale la coppia non riesce più a esprimersi compiutamente.

La sua rinascita (sia personale sia artistica) avviene nel 1979 con l’incontro con Roger Davies, un manager australiano che la porta con sé a Los Angeles e la trasforma in una delle più grandi voci musicali di tutti i tempi. Nello stesso anno viene per la prima volta chiamata al Festival di Sanremo come ospite straniera, onore che le spetterà ben altre tre volte (1990, 1996 e 2000). Nel 1985 partecipa a USA for Africa, un supergruppo di 45 celebrità della musica pop tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando We Are the World prodotta da Quincy Jones e incisa a scopo benefico. I proventi raccolti con We Are the World vengono devoluti alla popolazione dell’Etiopia, afflitta in quel periodo da una disastrosa carestia. Il brano vince il Grammy Award come “canzone dell’anno”, come “disco dell’anno”, e come “miglior performance di un duo o gruppo vocale pop”.

Nel 1985 è nel cast di Mad Max – Oltre la sfera del tuono (con Mel Gibson), per la quale Tina Turner canta la canzone-tema del film We Don’t Need Another Hero e One of the Livingche lo apre, mentre la prima raggiunge il secondo posto in classifica. Ma è soprattutto l’album Private Dancer (11 milioni di copie vendute) che la lancia come star internazionale. Il successo prosegue nel 1986 con Break Every Rule, seguito da altri ottimi lavori come Foreign Affair (1989), Wildest Dreams (1996, in cui è contenuta la traccia Confidential, composta dai Pet Shop Boys) e Twenty Four Seven (1999). Nel 1986 riceve intanto una stella nella Hollywood Walk of Fame. Il 9 gennaio 2010 Tina Turner viene premiata “Svizzera dell’anno” con lo “Swiss Award”, il premio più importante assegnato in terra elvetica, nella categoria show. Nel 2013, dopo aver vissuto quasi vent’anni col compagno Erwin Back nel paesino di Küsnacht, nei pressi di Zurigo, riceve la cittadinanza svizzera. Il 24 ottobre dello stesso anno, rinuncia al passaporto statunitense e alla doppia cittadinanza, mantenendo solo quella elvetica.

25 Novembre 2017 Novembre 1984: si riunivano a Londra gli artisti britannici per dare vita al progetto “Band Aid”

Novembre 1984: si riunivano a Londra gli artisti britannici per dare vita al progetto “Band Aid”

Il 25 Novembre del 1984, Bob Geldof chiamò a raccolta in uno studio di Notting Hill una trentina di artisti per registrare una canzone che come scopo aveva quello di raccogliere fondi da devolvere per la grande carestia che aveva colpito l’Etiopia.
Il progetto venne chiamato Band Aid, un vero e proprio supergruppo britannico e irlandese con Bob Geldof e Midge Ure che hanno composto la canzone, Adam Clayton, Phil Collins, Steve Norman, John Taylor, Paul Young, Tony Hadley, Simon Le Bon, Boy George, George Michael, Bono, Paul Weller e molti altri.

 

25 Novembre 2017 Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne.

Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne.

Oggi è la giornata mondiale “contro la violenza sulle donne“, purtroppo i dati sono sconfortanti e in aumento, dietro tutto questo male invisibile della nostra società la paura di denunciare e la furia disumana di alcuni uomini senza scrupoli.

Ogni donna dovrebbe essere rispettata è tutelata, non abbiate paura di denunciare, in qualsiasi rapporto o situazione alla base di tutto il rispetto delle parti.

Le donne meravigliose creature, sono il motore della vita e il valore aggiunto di ogni uomo, sostenete ogni giorno a dare dignità a tutte le donne vittime della follia altrui!

24 Novembre 2017 Ventisei anni senza Freddie Mercury: indimenticabile rockstar

Ventisei anni senza Freddie Mercury: indimenticabile rockstar

Il 24 novembre del 1991 moriva Freddie Mercury, aveva 45 anni, ufficialmente per una broncopolmonite, la realtà della sua scomparsa l’aveva resa pubblica il giorno prima con un comunicato che non lasciava dubbi su quello che era il suo stato di salute: “Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell’HIV e di aver contratto l’AIDS. E’ arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia”.

 

“Freddie is dead”. Così titolava il tabloid “The Sun” per annunciare la sua morte. Tre parole, una frase secca, accompagnata dall’immagine, più che viva del leggendario cantante dei Queen a braccia aperte sul palco davanti alla “union jack”. Tre parole tra cui solo il nome, tanta era la sua popolarità e grandezza per capire immediatamente di cui si stesse parlando. Di un mito.

 

Freddie Mercury infatti è stata la voce più incredibile ed emozionante del rock. Un artista unico nel suo genere, dotato di un grande carisma e di una presenza scenica teatrale e seducente, un personaggio che ha fatto la storia della musica internazionale e che oggi, in tempi così grami di talenti e di pop campionato, si sente terribilmente la mancanza.

 

Era nato a Zanzibar da una famiglia indiana di origine Parsi, registrato all’anagrafe come Farrokh Bulsara. La sua fortuna fu il trasferimento in Inghilterra a 18 anni a seguito della rivoluzione che investì il paese africano. Appassionato di musica e con alle spalle studi in pianoforte, Freddie si diploma in Arte grafica e Design e frequenta la Londra artistica e anticonformista, entra in contatto con altri musicisti e gruppi che saranno fondamentali per la sua carriera, gli Smile, ne fonda uno, Ibex, e poi incide i primi pezzi, fa concerti e naturalmente si esibisce, sino ad arrivare all’aprile del 1970 quando insieme al chitarrista Brian May e al batterista Roger Taylor  forma i Queen, cui l’anno successivo si aggiungerà il bassista John Decon.