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11 Dicembre 2017 Denuncia moglie perchè brutta

Denuncia moglie perchè brutta

Il divorzio più strano degli ultimi tempi? Probabilmente quello tra Jian Feng e sua moglie, residenti in Cina. La causa della discordia una figlia, definita da Jian “incredibilmente brutta”.

L’uomo, vedendo che la bambina non somigliava a nessuno dei due, ha inizialmente incolpato la moglie di averlo tradito. Solo dopo ha scoperto la verità…

La donna (apparente una bella signora) ha ammesso il suo segreto: non era sempre stata così. Prima di sposarsi aveva, infatti, fatto ricorso a diversi interventi di chirurgia plastica, essendo decisamente brutta anche lei. Jian non ha preso bene la notizia ed ha denunciato la moglie chiedendo un risarcimento di 120.000 dollari e l’annullamento del matrimonio, perché “basato su false premesse”. Il giudice gli ha dato ragione!

11 Dicembre 2017 Lasciata in diretta radio.(video da YouTube)

Lasciata in diretta radio.(video da YouTube)

l modo più assurdo di lasciare la propria ragazza? Ne abbiamo visti di tutti i colori, ma la storia che stiamo per raccontarvi rientra probabilmente sul podio.

Durante una trasmissione in diretta su una radio romana, Cristina, una fan di Emma Marrone, dedica al suo fidanzato il singolo Amami. Proprio mentre va in onda la canzone, però, succede l’inimmaginabile…

Cristina riceve una telefonata dal suo ragazzo che, senza tanti giri di parole, la lascia, probabilmente non essendo entusiasta di far conoscere a tutti la loro relazione. Un brutto colpo per la ragazza che scoppia in una crisi isterica, lancia il cellulare e fugge dallo studio. Ecco il video registrato dalla webcam della radio!

 

11 Dicembre 2017 Gianni Morandi, buon compleanno

Gianni Morandi, buon compleanno

Auguri a Gianni Morandi che oggi compie 73 anni.

Gianni Morandi, all’anagrafe Gian Luigi Morandi (Monghidoro, 11 dicembre 1944), è un cantante, attore e conduttore televisivoitaliano.

Occasionalmente è stato anche cantautore e compositore per altri artisti. È considerato una delle colonne portanti della musica leggera italiana, con oltre 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. È stato inoltre presidente onorario del Bologna dal 2010 al 2014.

Un monumento, un pezzo di storia d’Italia, l’eterno ragazzo dalla faccia sorridente che porta impresso sul suo volto il ricordo del “Boom” economico degli anni ’60. Gianni Morandi non ha mai abbandonato, con il suo modo di porsi, con le sue canzoni, l’inossidabile ottimismo del bravo ragazzo a cui la vita sorride, e non importa se ogni tanto c’è qualcosa che non va. L’importante è cantare (l’amore, il cuore, ma anche un po’ la solitudine, che non fa mai male).

 Per il Gianni nazionale essere popolare è una condizione naturale, come per altri lo è respirare. Già a dodici anni è una celebrità del paese, amato trasversalmente da madri attente a melodia e bel canto quanto da ragazzine già sedotte dalla sua aria pulita. Perché allora affaticarsi a studiare? Meglio lasciare tutto e dedicarsi solo alla musica, soprattutto se questa strana amante fin da subito elargisce così copiosi beni.

Nel 1961, lasciata la scuola, fonda un gruppo musicale e nel 1962 vince il Festival di Bellaria. Dopo un provino alla RCA arrivano i primi, storici 45 giri, ancora oggi suoi immancabili cavalli di battaglia. Melodie talmente popolari da essere entrate di diritto nella storia del costume. “Andavo a cento all’ora” o “Fatti mandare dalla mamma…”, sono indubbiamente non solo lo specchio di un’epoca ma anche il ritratto di uno stile di vita.

La consacrazione vera e propria arriva però nel 1964 con la vittoria al Cantagiro con un’altra perla del repertorio nazional-popolare: “In ginocchio da te”. In linea con la moda del tempo, viene girato un film con lo stesso titolo, uno dei cosiddetti “musicarelli”, fresco e spensierato quanto basta.

Il 1966 è per Gianni Morandi l’anno dell’impegno sentimentale: sposa Laura Efrikian ma l’anno dopo è costretto a partire militare, un evento seguito dai giornali di gossip con grande apprensione. L’eroe della melodia, il ragazzo tutto “casa-chiesa e mamma”, con le armi in mano: non sia mai che si facesse male. Finito il preoccupante anno da marmittone, Gianni rientra in pista più in forma che mai, vincendo l’ambito primo posto alla trasmissione “Canzonissima”.

Ma anche Gianni Morandi in fondo è un essere umano e conosce anche lui il suo momento di crisi, coinciso grosso modo con il decennio degli anni ’70. Forse il clima di contestazione imperante mal si conciliava con il suo buonismo “ante-litteram” e con le sue proposte neutre, lontane dall’impegno e dalla politica.

Dopo l’oblio dei ’70, Morandi risorge negli anni ’80 con alcune apparizioni a Sanremo (vi partecipa nel 1980 e poi nel 1983 con buoni risultati) ma è soprattutto con la partecipazione del 1987 con Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri che riceve una nuova consacrazione. Il trio sfonda con “Si può dare di più”, altro indovinato “inno” della ditta Morandi e da quel momento la carriera di Gianni riprende la corsa.

La sua rinascita si compie interamente negli anni ’90, forse complici gli anni del riflusso, con nuovi dischi di successo insieme ad altri grandi artisti e specie grazie ai coinvolgenti tour studiati per essere il più possibile vicino alla gente; anche fisicamente, con Morandi che canta su una specie di piattaforma circondata dal pubblico, seduto a pochi centimetri da lui. Un’immersione, un bagno salvifico che lo renderà, se possibile, ancora più amato, di un amore puro e genuino come pochi artisti hanno saputo godere e che è cosa ben diversa dall’idolatria.

Morandi, leader della nazionale cantanti, artista ad ogni modo eclettico e sorprendente (ha conseguito un diploma di contrabbasso al Conservatorio), nella sua carriera ha conosciuto più volte anche il set cinematografico (chi non lo ricorda giovane impacciato ne “La cosa buffa” tratto dal romanzo di Giuseppe Berto?), in questi anni ha rispolverato le sue capacità da showman partecipando a fiction e conducendo fortunate trasmissioni tv interamente a suo nome.

10 Dicembre 2017 Dicembre 1977: il brano “Solo tu” dei Matia Bazar #1 della hitchart

Dicembre 1977: il brano “Solo tu” dei Matia Bazar #1 della hitchart

Il 10 Dicembre del 1977, esattamente 40 anni fa, la canzone che occupava la prima posizione della Hitparade italiana era “Solo Tu” dei Matia Bazar.

Solo tu è il quinto 45 giri dei Matia Bazar, pubblicato dalla Ariston  nel 1977, che anticipa la raccolta L’oro dei Matia Bazar – Solo tu (1977)

Classifica del 10/12/1977

  1. Solo tu – Matia Bazar
  2. Dammi solo un minuto – Pooh
  3. Don’t let me be ..- Santa Esmeralda
  4. Moonflower- Santana
  5. L’angelo azzurro – Umberto Balsamo
  6. Unlimited citations – Cafè Cream
  7. Tomorrow – Amanda Lear
  8. Mi vendo – Renato Zero
  9. Star wars – Meco
  10. Profeta non sarò – Demis Roussos

http://www.dailymotion.com/video/x3hdqt

10 Dicembre 2017 I PRESEPI DI SICILIA

I PRESEPI DI SICILIA

La tradizione presepiale, prevalentemente italiana, risale all’epoca di San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che “sacre rappresentazioni” delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale.

Il primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia è quello realizzato da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel Museo Liberiano della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L’iconografia del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura.

Il Presepe ha sempre occupato un posto d’onore nelle rappresentazioni sacre nella nostra isola. In Sicilia tale consuetudine si discosta in parte da quella tradizionale, utilizzando come decorazioni, rami d’arancio e di mandarino e fichi d’india.

Il particolare modo di rappresentare il Presepe con varie statue tridimensionali usando vari materiali come il legno, l’oro, l’argento, l’avorio ed il corallo si sviluppò in Sicilia all’interno delle Chiese a partire dal XV secolo.

Nell’Ottocento il Presepe uscì dagli ambienti esclusivamente ecclesiastici per entrare anche nelle case delle famiglie di tutte le estrazioni sociali.

I centri dov’è maggiormente radicata la tradizione del Presepe Siciliano sono: Palermo, Caltagirone, Trapani, Messina, Siracusa, Acireale, Noto e Ragusa.

Nella provincia ragusana, si trova la lunetta cuspidiata realizzata utilizzando il calcare duro e presente nella parete esterna sinistra della Chiesa di Santa Maria di Batlem a Modica. Denominata come “La Lunetta del Berlon”, risale al XV-XVI secolo. All’interno della chiesa si trova anche un Presepe dalle dimensioni monumentali commissionato ad una prestigiosa fabbrica di Caltagirone, realizzato da fra’ Benedetto Papale Minimo, Giovanni Vaccaro Bongiovanni, Giacomo Azzolina.

Da citare, inoltre, altri due bassorilievi realizzati in stucco, risalenti al XVIII secolo nella Chiesa della Santissima Annunziata ad Ispica.

Nella cittadina barocca di Scicli, un Presepe monumentale si trova all’interno della Chiesa di San Bartolomeo.
Anche Catania e la sua provincia offrono la possibilità di ammirare innumerevoli Presepi che meritano d’essere conosciuti.
Primo esempio del Presepe catanese da ricordare è quello d’origine settecentesca di proprietà del barone Scamacca. I personaggi che lo compongono sono realizzati utilizzando un particolare impasto, “la pastiglia”, e rifiniti con coloranti resinosi. I vari personaggi che lo compongono e che si dirigono verso la santa grotta sono suddivisibili in due gruppi distinti: i personaggi di colore che provengono dall’Oriente e quelli d’origine locale, cioè i contadini ed i pastori.
Altro esempio suggestivo della Natività è rappresentato dal presepe settecentesco costituito da una trentina di personaggi presente ad Acireale. I personaggi sono realizzati a grandezza naturale ed indossano dei costumi curati; i loro volti di cera colorata lasciano trasparire chiaramente i loro sentimenti nell’accostarsi all’evento sacro.
Tale rappresentazione è accolta in un ingrottamento lavico al quale è legata una storia particolare. In un giorno di fine estate del 1741 il sacerdote Don Mariano Valerio, di ritorno da un pellegrinaggio, fu costretto a ripararsi in un anfratto lavico a causa di un violento temporale. Qui ebbe l’idea di realizzare nello stesso luogo una grotta simile a quella presente a Betlem. A distanza di circa dieci anni, esattamente per la notte della vigilia del 1752, si poteva ammirare il tempio “Sancta Maria ad Praesepe”. Tra i successori del canonico fondatore che continuarono la sua opera si deve ricordare Don Pasquale Abete Pennisi perchè ebbe il merito di ampliare la Chiesa, di far edificare la facciata e di far realizzare la volta in pietra pomice. Inoltre, egli commissionò a cartoplasti locali la realizzazione di nuovi personaggi per arricchire il Presepe.

Anche la città di Caltagirone è coinvolta a pieno titolo nelle manifestazioni natalizie. E’ conosciuta come la “città dei presepi”. Qui, se ne possono ammirare vari, a partire da quello monumentale posto nella cripta dei Cappuccini e quello che si allestisce lungo la scala di Santa Maria del Monte. La realizzazione dei vari personaggi del Presepe è diventata per i celebri ceramisti della città una vera e propria tradizione: le prime realizzazioni risalgono al  Settecento e all’Ottocento; col tempo questa attività è diventata una vera e propria scuola.
A Caltagirone la secolare tradizione della realizzazione dei Presepi conta esperti ceramisti del passato del calibro di Giacomo Bongiovanni e di suo nipote Giuseppe Vaccaro, artisti che vanno ricordati perchè hanno creato la tradizione gloriosa che ha reso famosa la città.
Un esempio dell’arte di un altro famoso ceramista del passato, Francesco Bonanno, è un Presepe costituito da soli dieci personaggi vestiti con abiti orientaleggianti che in parte si discosta dal modello tramandato dal Bongiovanni; la grotta e le rocce attigue sono realizzate sfruttando terracotta colorata.
Il Presepe in questione è racchiuso in una custodia in legno ed è poco noto agli studiosi perchè è una proprietà privata che per molti anni è rimasta chiusa.

Trapani conta una lunga tradizione per la realizzazione dei Presepi. Tra i materiali più usati in questa provincia per queste rappresentazioni sacre rientrano: il corallo, l’avorio, il madreperla, l’osso e l’alabastro, arricchito da conchiglie. Argentieri e corallari diedero vita a un capitolo tutto nuovo e tutto siciliano della storia del presepe, attraverso la manifattura di piccoli gruppi scultorei raffiguranti la Natività inserita fra i ruderi di un edificio classico o nel folto di una rigogliosa vegetazione.

La sapiente commistione cromatica dei diversi materiali preziosi ha contribuito a fare, di queste minute ed elaborate composizioni, singolari opere d’arte la cui fama ha percorso tutta l’Europa. A Trapani c’è anche la scultura modellata secondo le tecniche della “tela e colla”. In legno di tiglio erano costruiti la testa e lo scheletro delle figure, su cui erano organicamente sovrapposte e morbidamente drappeggiate tele imbevute di colla e gesso a simulare i costumi dei personaggi.

A Noto  si trova il museo “Le Mille e una Grotta”, che ospita più di cento presepi. Notevole anche quello conservato nel palazzo Vescovile, che rappresenta uno spaccato di vita contadina, composto da 38 figure inserite nel paesaggio dei monti iblei.

Del 1494 è il gruppo marmoreo realizzato da Andrea Mancino, nella chiesa dell’Annunziata a Termini Imerese, considerato la prima opera presepiale siciliana.

C’è anche lo storico presepe semovente di Giacomo e Lorenzo Randazzo nel salone comunale di Cinisi.

Oltre ai classici personaggi imprescindibili per realizzare una sacra rappresentazione della natività, sono presenti nel Presepe Siciliano delle figure tipiche. Tra queste ricordiamo ZuInnaru, un vecchietto che si scalda al fuoco, Susi Pasturi (Benino nel presepe napoletano e Dormiglione in quello bolognese) un pastore che dorme beatamente ignorando tutto ciò che gli accade intorno e u Scantaturastidda, conosciuto anche come Sbaundatu che è il primo personaggio ad avvistare la stella cometa.

Una menzione meritano anche i “bambinelli di cera“, molto diffusi e apprezzati. A Palermo e nel siracusano, dove l’apicultura è molto diffusa, fin dal ‘600 si usa la cera per plasmare statuine di Gesù Bambino e poi interi presepi. In quest’arte si distinguono i cosiddetti “Bambinai”.

9 Dicembre 2017 Calabria: mette incinta la fidanzata, la mamma di lei e la sorella della mamma

Calabria: mette incinta la fidanzata, la mamma di lei e la sorella della mamma

Se pensate si tratti di un film , vi sbagliate di grosso.

E’ successo davvero ed è successo in Calabria.

Il protagonista di questa incredibile vicenda è Alfio Fragomeni, il giovane 23enne che è diventato famoso a livello internazionale per ciò che ha fatto. Il ragazzo ha dichiarato: “Ho fatto sesso con la mamma, la zia e la nonna della mia ragazza. Ora loro tre sono incinta e anche la mia ragazza lo è“.

La sua ormai ex fidanzata ha 19 anni e l’ha conosciuta otto mesi fa durante un combattimento clandestino di cani nella Piana di Gioia Tauro. La fidanzata è rimasta incinta e “stava così male che non riuscivamo più a fare sesso” ha continuato a dichiarìare il ragazzo ad un giornale locale. Il giovane quindi ha pensato bene di provarci con la madre Rita con la quale pare sia scattata un’improvvisa passione improvvisa.

Anche la madre della ragazza ha scoperto poco dopo di esser rimasta incinta. Disperato, è andato a confessare l’accaduto alla 55enne nonna(Concetta) della sua ragazza e presi da un raptus di incosciente passione, fanno del sesso sfrenato. Tanto sfrenato da ingravidare la nonna. Distrutto dai rimorsi e braccato dai uomini della famiglia della ragazza si è incautamente rifugiato in un casolare nei Piani dell’Aspromonte. Qui viene trovato dalla trentasettenne zia della sua ragazza(sorella della madre, Paola) di ritorno da una battuta di caccia al cinghiale. Se ne prende cura l’affettuosa zia, ma anche qui scatta improvvisa la scintilla della passione. Anche la zia rimane incinta.

 

 

 

8 Dicembre 2017 8 Dicembre 1980: veniva assassinato John Lennon

8 Dicembre 1980: veniva assassinato John Lennon

L’8 dicembre del 1980 moriva a New York John Lennon, celebre cantautore e membro dei Beatles. La sua morte è rimasta tristemente celebre e – ahimè – tragica. Lennon fu infatti ucciso da quattro colpi di pistola, partiti dall’arma di Mark Chapman, un fan squilibrato. Una morte assurda, che ha portato via uno dei più grandi artisti di sempre. Dal 1962 al 1970 la carriera di John va di pari passo con quello dei Beatles, di cui – insieme a Paul McCartney – compose la maggior parte della canzoni.

8 Dicembre 2017 8 Dicembre 1943: oggi nasceva Jim Morrison leader dei “The Doors”

8 Dicembre 1943: oggi nasceva Jim Morrison leader dei “The Doors”

James Douglas Morrison, detto Jim (Melbourne, 8 dicembre 1943 – Parigi, 3 luglio 1971).

 

Leader carismatico e frontman della band statunitense The Doors, fu uno dei più importanti esponenti della rivoluzione culturale degli anni Sessanta, nonché uno dei più grandi cantanti rock della storia. Impetuoso “profeta della libertà” e poeta maledetto, è ricordato come una delle figure di maggior potere seduttivo nella storia della musica e uno dei massimi simboli dell’inquietudine giovanile. Era soprannominato il Re Lucertola e venne paragonato a Dioniso, divinità del delirio e della liberazione dei sensi.

Nel 2008 Morrison è stato posizionato al 47º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone e, l’anno successivo, al 22º posto nella classifica dei “50 più Grandi Cantanti del Rock” stilata dalla rivista britannica Classic Rock.

Il mistero della morte: ipotesi e illazioni

La tomba di Jim Morrison al cimitero parigino del Père Lachaise, divenuta un vero e proprio “santuario” meta di un pellegrinaggio incessante.

La morte di Jim Morrison è tuttora avvolta nel mistero: i referti medici parlano di arresto cardiaco avvenuto nell’abitazione del cantante, ma non fu mai eseguita alcuna autopsia. Jim Morrison è sepolto nel celebre “cimitero degli artisti” del Père Lachaise nella capitale francese, in un piccolo lotto situato alla confluenza dei settori 5, 6, 14 e 16, divenuto negli anni un vero e proprio “santuario” meta del pellegrinaggio incessante di fan, visitatori, curiosi e turisti attirati dal suo mito. L’attuale tomba, un blocco di granito con epitaffio in greco antico, ha sostituito quella originale, che era sormontata da un busto marmoreo raffigurante Jim Morrison, opera dello scultore croato Mladen Mikulin, e che è stato trafugato dopo essere stato deturpato a più riprese con vernice, rossetto e graffiti. Nel 1995 gli eredi ripulirono la sua tomba e quelle circostanti e stanziarono un fondo per un sistema di sorveglianza permanente. Sulla lapide fu affissa una lastra di bronzo con l’iscrizione ΚΑΤΑ ΤΟΝ ΔΑΙΜΟΝΑ ΕΑΥΤΟΥ (translitterato: kata ton daimona eaytoy), ossia “fedele al suo spirito”, che fa riferimento all’estrema coerenza con cui egli condusse la sua vita fino al tragico epilogo.

Alcuni sostengono che Jim Morrison sia ancora vivo e che abbia inscenato la sua morte per sottrarsi alla pressione della popolarità e dedicarsi alla poesia, magari assieme a Pamela. Si è anche ipotizzato che si sia trasferito in Africa seguendo le orme del suo poeta-culto, il leggendario Arthur Rimbaud: pare infatti che, all’inizio del 1967, Jim Morrison abbia proposto di inscenare la sua morte per portare il gruppo all’attenzione del paese. Fece anche la proposta di utilizzare il nome “Mr Mojo Risin” per contattare l’ufficio una volta che si fosse nascosto in Africa. Steve Harris, assistente di Jac Holzman, ricorda che Jim Morrison gli chiese quali conseguenze avrebbe avuto la notizia della sua presunta morte. Morrison, ai tempi del flirt con la Werbelow, era anche incuriosito dall’ipotesi secondo cui il corpo di Cristo sarebbe stato sottratto dalla cripta a opera degli apostoli, e diversi amici convengono che questo fosse proprio il tipo di beffa che lui avrebbe voluto giocare al mondo.

Ci sono poi i sostenitori della teoria del complotto, i quali affermano invece che la morte di Jim Morrison fu tutta una messa in scena orchestrata dalla CIA, – con la sua, anche quella di Jimi Hendrix, Brian Jones, Janis Joplin – per “far fuori” dalla circolazione questi artisti “scomodi” che con la loro musica inducevano milioni di fan a rifiutare la guerra in Vietnam e vivere in assoluta libertà secondo il modello della controcultura hippie. Si sarebbe deciso che i tre artisti fossero figure dannose per la società poiché traviassero la gioventù e accrescessero il dissenso dell’opinione pubblica nei confronti degli Usa, e sarebbe quindi stata architettata una cospirazione per eliminarli o renderli innocui.

Nel corso di un’intervista rilasciata nel 2008 all’inglese Daily Mail, il tastierista ex-Doors Ray Manzarek ha rivelato che Jim Morrison, un anno prima di morire, avrebbe fantasticato sull’intenzione di simulare la propria morte per trasferirsi alle Seychelles. dando nuovo vigore alle diverse leggende metropolitane nate nel tempo.

Nel corso degli anni sono state fatte innumerevoli congetture. Molti hanno sostenuto che fosse totalmente estranea alla sua figura una morte per infarto in una vasca da bagno (lo scrittore William Burroughs disse di considerarla “una storia assurda, inverosimile”) e che la vera causa del decesso sia stata invece un’overdose di eroina (o di cocaina). Jim Morrison, infatti, frequentava spesso il “Rock ‘n’ Roll Circus”, un locale musicale notturno allora noto come luogo di ritrovo degli eroinomani. I detrattori di questa ipotesi affermano che Jim Morrison avesse timore degli aghi ipodermici, l’eroina però può essere assunta anche mediante inalazione. Morrison, peraltro, venne trovato nella vasca da bagno, che di solito è il primo posto in cui viene portata la vittima di un’overdose per tentare la rianimazione, e sulla sua tomba apparvero subito graffiti che dicevano “Abbiate pietà dei tossici”, “Morto di overdose”, ecc. D’altronde il rischio che l’eroina inalata risulti fatale è decisamente maggiore quando è assunta in combinazione con l’alcol. Se Jim Morrison avesse sniffato eroina un esame del sangue l’avrebbe rivelato, oppure, in caso di iniezione, il medico avrebbe notato il segno dell’ago, ma, inspiegabilmente, non venne effettuato alcun esame del sangue, nessuna autopsia e nessuna analisi accurata. Il dottor Max Vassille arrivò dodici ore dopo il decesso, manifestò perplessità sulla morte nella vasca da bagno ma aggiunse che se le dichiarazioni di Alain Ronay e di Pamela erano accurate – e nell’immediato non potevano essere smentite – era probabile che Jim Morrison fosse morto per attacco di cuore provocato da coaguli di sangue nell’arteria cardiaca.

Ci sono poi altri elementi interessanti. Un amico pusher si confidò con Elizabeth Lariviere, detta Zozo, una modella amica di Pamela, preoccupato che Jim Morrison potesse essere morto in seguito alla droga che lui gli aveva fornito. La cantante Marianne Faithfull ha raccontato che il conte e allora fidanzato Jean de Breteuil “era spaventato a morte. Jim Morrison era morto di overdose e la droga l’aveva fornita lui. Jean si vedeva come il pusher delle star, e a un certo punto eccolo ridotto come uno spacciatore da strapazzo nei guai fino al collo”. I due partirono immediatamente per Casablanca. De Breteuil morì qualche mese dopo per overdose. Nell’estate 2014 la Faithfull ha ribadito, alla rivista Mojo, che fu proprio De Breteuil a fornire accidentalmente la dose di eroina letale. Un altro episodio curioso fu lo strano annuncio della morte di Jim Morrison che diede in tempi record, la mattina del 4 luglio, il DJ americano Cameron Watson alla discoteca La Bulle, dopo essere stato avvicinato da due spacciatori di marijuana. Pamela, da parte sua, ha raccontato versioni diverse della storia. In linea di massima, affermò che lei e Jim avevano passato la serata al cinema, quindi al ristorante, e infine avevano sniffato eroina a casa. Jim Morrison si sarebbe sentito male e nella notte si sarebbe immerso nella vasca da bagno.

 

8 Dicembre 2017 LE TRADIZIONI DELLA FESTA DELL’IMMACOLATA IN SICILIA

LE TRADIZIONI DELLA FESTA DELL’IMMACOLATA IN SICILIA

La festa dell’8 dicembre è da sempre per i siciliani un momento di fede, di riunioni familiari e di affermazione della cucina tipica locale.

Oltre la devozione religiosa, la tradizione in Sicilia vuole che il 7 e l’8 dicembre siano due giorni da vivere in famiglia, tra pranzi e cene nonché le immancabili giocate di carte e tombolate. Ed è il cibo a contraddistinguere queste giornate di festa. Vediamo quali sono.
In particolare nel palermitano il piatto tipico per eccellenza di questo periodo è lo “Sfinciuni”, la famosa morbida focaccia condita con salsa di pomodoro, cacio cavallo e acciuga. Insieme allo Sfinciuni troviamo i cardi in pastella (“Carduna”) ed il Baccalà fritto con la “passolina”.

In molte località sicule è anche diffusa la tradizione delle “Muffulette”, le focaccine nel cui impasto si mettono semi di finocchio, condite con ricotta e cacio a pezzettini.
Ma sono soprattutto i dolci a rendere unica la Festa dell’Immacolata in Sicilia. Immancabile nelle case dei siciliani la “Petrafennula”, probabilmente di origine araba è una sorta di torrone (avvolta in una carta colorata) a base di mandorle, miele, mandorle, bucce di arancia e di cedro.

La “Mustazzola”, che si prepara anche per la Festa dei Morti, è un biscotto composto da farine di miele. Dolce per eccellenza nel giorno dell’Immacolata è il “Cuccidatu”, il buccellato, che nel suo formato rappresenta simbolicamente la corona di stelle, “u stellariu” della Madonna. È preparato con pasta frolla con un ripieno di fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia.
La Festa dell’Immacolata apre quindi in Sicilia il lungo periodo delle feste natalizie contraddistinte dalla devozione e dalle ricche tradizioni culinarie che rendono unica questa terra.

Ogni 8 dicembre sono tante le processioni in onore dell’Immacolata che si organizzano in tutti i comuni siciliani. Famosa in Sicilia la processione a Scordia in provincia di Catania. Si teneva il 7 dicembre, giorno della vigilia, nella chiesa di San Rocco. Giovani in processione portavano i palichia, ossia croci di canna con ampi panni con l’immagine dell’Immacolata e i scupi, cioè scope su manici di canna.

A Siracusa l’Immacolata Concezione di Maria si celebra con una novena. Ancora attuale la Svelata del simulacro della Vergine che si tiene il 29 novembre. La notte del 7 dicembre la banda è solita suonare per le vie di Ortigia, dalle tre fino alle cinque del mattino. Dopo, nella chiesa di Giovanni Battista all’Immacolata alle cinque del mattino si svolge al buio la funzione religiosa con la celebrazione della messa.

Nel Trapanese invece, a Calatafimi Segesta, si svolge una suggestiva processione notturna. A Canicattì – in provincia di Agrigento – la vigilia dell’Immacolata è tradizione preparare i Vamparotti ossia grandi falò, allestiti in ogni quartiere.

Mercatini e presepi viventi, da questa particolare giornata prendono le mosse o assumono una più particolare attrattiva.

Una festa ricca di riti e tradizioni che continuano ad essere perpetuate anche fra le giovani generazioni per custodire la memoria.